14 dicembre 2024 – 12:31
A Bruxelles, le discussioni tra i governi riguardano principalmente il nuovo bilancio comunitario, ma la vera domanda che si pone è se ci siano abbastanza risorse finanziarie disponibili per attuare il piano proposto da Mario Draghi. Nonostante le dichiarazioni di sostegno alle proposte dell’ex governatore della Banca Centrale Europea per rilanciare la competitività dell’economia europea, gli impegni concreti tardano ad arrivare e permangono dubbi sulla fattibilità del progetto. Secondo le stime di Draghi, per finanziare la transizione economica sono necessari investimenti annuali per un totale di 800 miliardi di euro: ma dove reperire tale cifra? Si ipotizza che circa il 20-25% degli investimenti dovrebbe provenire dai bilanci pubblici, mentre il resto dovrebbe essere coperto dal settore privato. Tuttavia, paradossalmente, è proprio la raccolta dei fondi pubblici a presentare maggiori difficoltà. Le nuove politiche di finanza pubblica adottate dai vari paesi impongono restrizioni e limitano gli spazi dedicati agli investimenti, con poche eccezioni che probabilmente riguarderanno soprattutto settori come la difesa.D’altra parte, i capitali privati sono disponibili ma è complesso mobilizzarli. Gli investimenti diretti all’estero degli europei ammontano a 10 mila miliardi di euro e ulteriori 14 mila miliardi sono detenuti in titoli e azioni. La maggior parte di questi capitali è localizzata in paradisi fiscali come le isole Cayman o Bermuda; tuttavia, potrebbero essere attratti da incentivi e condizioni più favorevoli a reinvestirne una parte in Europa.Ma forse il vero tesoro si trova nei conti bancari dei cittadini europei: secondo le stime della BCE, gli europei risparmiano ogni anno ben 2.600 miliardi di euro. Tuttavia, gran parte di questi risparmi rimane in forma liquida sui conti correnti o nei libretti di deposito bancari degli individui, raggiungendo un valore complessivo superiore agli 11 mila miliardi di euro – rappresentando così un terzo dell’intero patrimonio finanziario europeo.A differenza degli Stati Uniti dove solo un decimo dei risparmi si trova in forma liquida rispetto a titoli e azioni, in Europa la situazione è opposta. Se fosse possibile spostare una quota significativa dei risparmi liquidi verso investimenti più produttivi nell’economia reale, si potrebbero generare flussi annui per circa 350 miliardi di euro nell’economia europea.Ci sono diversi ostacoli da superare per realizzare questa trasformazione: dalla psicologia degli investitori alla scarsità delle opportunità fino al frammentamento del mercato in numerosi bacini nazionali. È evidente che il ruolo delle banche non può essere neutrale in questo processo e occorre coinvolgere altri attori per stimolare la ripresa economica europea.