La tragedia si abbatté sulla famiglia Gucci nel 1995 a Milano, quando Maurizio Gucci fu vittima di un omicidio che lasciò la città e l’intera nazione sotto shock. Ma non è finita qui: solo un anno dopo, un altro membro della famiglia Gucci, Paolo Gucci, figlio del fondatore Aldo, subì un attacco a tiro nella sua casa di campagna a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa.L’aggressore, Benedetto Ceraulo, originario di Caltanissetta, era un uomo di 63 anni che aveva preso in affitto una casa di campagna isolata in cui viveva da solo. La sera dell’attacco, Paolo Gucci si recò a far visita al padre per le festività pasquali e lì ebbe inizio la tragedia.Secondo fonti investigative, Benedetto Ceraulo era entrato in conflitto con il figlio di 37 anni a causa di motivi ancora ignoti. L’atmosfera nella casa si incaricò rapidamente e, all’improvviso, Ceraulo estrasse una pistola di piccolo calibro e sparò al volto del figlio. Paolo Gucci fu ferito gravemente ma, fortunatamente, non rischiò la vita.Ceraulo, in uno sconfinato stato di disperazione, decise poi di rivolgere l’arma contro se stesso. La ferita fu così grave che lo portarono in fin di vita al policlinico Cisanello di Pisa, dove i medici cercavano di salvargli la vita.La famiglia Gucci, già devastata dalla perdita del suo leader e fondatore, Aldo, solo pochi anni prima, fu scossa nuovamente da questa brutale aggressione. Nonostante le condizioni gravi del figlio, che dovette essere sottoposto a intervento chirurgico, i medici riuscirono a salvarlo e fu ricoverato nell’ospedale di Pontedera.Il padre, Benedetto Ceraulo, era entrato in una spirale di violenza e odio che lo portò al limite dell’estremismo. La domanda sulla motivazione dietro la sua azione non aveva risposta, ma solo la speranza che la tragedia potesse servire a far luce su un evento così terrificante.
La speranza della famiglia Gucci: quando violenza e odio portano al limite dell’estremismo.
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