La supercazzola, termine inventato nel film “Amici miei” di Mario Monicelli del 1975 per indicare una frase priva di senso pronunciata con convinzione al fine di confondere l’interlocutore, ha avuto un’incredibile evoluzione e diffusione nel linguaggio politico. Sebbene possa essere considerata dai puristi come un termine inadatto alle aule parlamentari, è ormai diventata celebre e ampiamente utilizzata anche in ambito politico. Il suo valore lessicale è stato riconosciuto ufficialmente dal Vocabolario Treccani della Lingua italiana online, grazie all’intervento del linguista Michele A. Cortelazzo, accademico ordinario della Crusca e collaboratore dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. La supercazzola si è trasformata da semplice espediente comico a strumento retorico potente, capace di confondere e disorientare l’interlocutore attraverso un uso sapiente delle parole apparentemente prive di significato ma pronunciate con fermezza e convinzione. Questa nuova forma di comunicazione politica, seppur controversa, rappresenta un interessante esempio di come il linguaggio possa essere manipolato per fini persuasivi e strategici. La sua inclusione nel Vocabolario Treccani sottolinea l’importanza di monitorare e analizzare l’evoluzione del linguaggio politico alla luce delle nuove forme di comunicazione emergenti nella società contemporanea.
La supercazzola: evoluzione e diffusione nel linguaggio politico
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