La tubercolosi colpisce duramente l’Europa, soprattutto i bambini e gli anziani.

Nel quadro della pandemia globale scoppiata nel 2020, l’Europa ha assistito ad un inaspettato aumento dei nuovi casi di tubercolosi, malattia infettiva cronica che rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello internazionale. L’incremento è stato notevole tanto da far registrare 39 mila casi nei paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, superando leggermente la quota di due anni fa quando l’Europa era stata colpita dalla pandemia. Un trend preoccupante si registra soprattutto tra i più giovani: sono stati infatti contagiati 1.689 bambini ed adolescenti con meno di 15 anni, ovvero il 4,3% dei nuovi casi totali di tubercolosi rilevati in Europa nel 2023. Rispetto all’anno precedente c’è stato un aumento del 25%. L’Italia segue questo trend continentale: i nuovi casi e le morti per tubercolosi sono stabili, con i primi che totalizzano circa 2.600 unità e i secondi che si attestano a 300 decessi. Se da un lato la malattia è sempre più diffusa nella popolazione infantile europea, è bene evidenziare come la tubercolosi sia ancora oggi una grave minaccia soprattutto per quelle fasce della popolazione che sono già deboli: gli anziani e le persone immunodeprimite. E’ importante continuare ad investire in misure di prevenzione ed educazione sanitarie a supporto degli operatori sanitari, ai cittadini ed alle associazioni dei pazienti affinché possano essere identificati tempestivamente i casi sospetti e che le persone deboli vengano adeguatamente tutelate. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’UE si sono già mobilitate per sensibilizzare gli enti locali, le istituzioni sanitarie ed il pubblico in generale sulla necessità di adottare misure efficaci a sostegno delle strategie sanitarie internazionali.