“La valanga azzurra: il glorioso periodo degli anni ’70 dello sci alpino italiano”

Negli anni Settanta, il calcio venne momentaneamente eclissato da un altro sport: lo sci. Il periodo de ‘La valanga azzurra’, come raccontato nel docufilm omonimo di Giovanni Veronesi, scritto da Lorenzo Fabiano, Domenico Procacci e Sandro Veronesi con la consulenza di Luca Rea, ha riportato alla luce un’epoca straordinaria. Il documentario presentato al Rome Film Festival nella sezione Special Screening ha rivivificato gli indimenticabili anni ’70 della nazionale italiana di sci alpino, guidata dal leggendario tecnico Mario Cotelli e capitanata da campioni del calibro di Gustavo Thoeni e Piero Gros.Questa squadra straordinaria ha conquistato cinque Coppe del Mondo e numerose medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, lasciando un segno indelebile nella storia dello sport italiano. Le testimonianze inedite dei protagonisti, rese possibili grazie alle interviste schiette condotte da Giovanni Veronesi, hanno svelato retroscena, aneddoti e dinamiche interne a questo gruppo eccezionale di atleti.Giovanni Veronesi stesso confessa la sua passione per lo sci fin dall’infanzia e la sua ammirazione per i grandi nomi come Gustav Thoeni, Piero Gros ed Erwin Stricker. L’incontro con questi miti è stato per lui emozionante quanto incontrare una star del cinema come De Niro.Thoeni ricorda con modestia la competizione che animava quella squadra straordinaria, dove ognuno cercava di essere il migliore ma allo stesso tempo si sostenevano reciprocamente per migliorare insieme. L’unità e la coesione erano i pilastri su cui si reggeva quel gruppo eccezionale.Piero Gros riflette sul declino della “valanga azzurra” dopo un decennio glorioso in cui gli italiani dominavano le classifiche mondiali: “Non si può vincere per sempre”, ammette con saggezza. Ha avuto il privilegio di vivere quegli anni d’oro e di celebrare successi indimenticabili prima che nuove generazioni prendessero il testimone.Così si chiude un capitolo irripetibile dello sport italiano, ma l’eredità lasciata dalla valanga azzurra rimarrà impressa nella memoria collettiva come un periodo d’oro in cui lo sci alpino italiano brillava al massimo splendore.

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