14 gennaio 2025 – 03:45
Mario Merz, figura visionaria e neoromantica, è stato un vecchio leone dell’Arte povera, nato ormai cento anni fa. La sua memoria è celebrata con un simposio che raduna a Torino oggi e domani artisti, amici, critici e storici dell’arte. Ma chi era veramente Merz? E chi era Mario? In realtà, non c’è mai stata una distinzione netta tra i due. Merz era un uomo dolce, accogliente e generoso, mai impositivo. Amava il dialogo leale e detestava l’abuso di potere in tutte le sue forme.Il legame con sua madre Marisa era profondo: si amavano e si stimavano reciprocamente. L’infanzia di Merz a Torino fu ricca, divertente e aperta: amici, artisti, critici e curatori frequentavano liberamente la casa familiare. Suo padre aveva iniziato gli studi in Medicina ma la sua vera passione era la biologia; il suo interesse per la natura e la matematica ha influenzato profondamente il lavoro artistico di Merz.L’arte per Merz doveva essere un messaggio nuovo, capace di trasmettere valori fondamentali come rispetto e dignità. Oggi più che mai gli artisti possono ribadire questi valori cruciali per contrastare le disuguaglianze sociali e promuovere la pace, la salvaguardia del clima e il diritto al lavoro dignitoso.Se Merz fosse ancora qui oggi, si batterebbe contro le guerre e contro l’avidità di potere che genera conflitti in tutto il mondo. La sua visione umanitaria lo spingerebbe a combattere per un mondo più giusto e solidale, dove ogni individuo possa vivere con dignità e rispetto reciproco.