La situazione di Gaza è un’apocalisse umanitaria, una tragica realtà che ci fa sentire la vergogna della nostra società contemporanea. Due milioni e trecentomila persone sono chiusi in questo territorio stretto come una tomba, privati dei loro diritti fondamentali, degli elementari bisogni di sopravvivenza. Il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha detto la verità, anche se è difficile sentirlo: non possiamo considerare tutti quegli abitanti di Gaza come complici del terrorismo e del crimine.Questo territorio è una prigione a cielo aperto, dove la gente vive in condizioni insopportabili. L’acqua scarseggia, l’elettricità è assente per ore al giorno, i bambini non hanno accesso ai servizi sanitari di base. Eppure, la loro dignità viene calpestata ogni giorno, come se fossero inutili a tutti gli effetti.I nostri leader parlano sempre di pace e di risoluzione dei conflitti, ma cosa fanno per sostenere le vittime della guerra? Qualcosa di concreto, qualcosa che non sia solo una serie di parole vuote. Il cardinale Pizzaballa ha espresso il suo rammarico per la mancanza di informazioni precise e attendibili sulla situazione in corso a Gaza.Questo è un dramma umanitario che richiede attenzione e interventi concreti, non solo delle nazioni interessate ma anche della comunità internazionale. I diritti umani vengono calpestati davanti ai nostri occhi, senza che nulla venga fatto per fermare questo orrore.La verità è che la nostra società ha perso il senso della compassione e dell’empathia nei confronti delle sofferenze degli altri. Dobbiamo ricordare che non siamo tutti uguali davanti alla legge, ma che dobbiamo tutelare la vita umana in tutte le sue espressioni.Quindi, cerchiamo di capire cosa sta accadendo veramente a Gaza. Cerchiamo di sostenere coloro che sono prigionieri di una situazione infinitamente dolorosa e infinitamente ingiusta.
L’apocalisse umanitaria in corso a Gaza, una vergogna per la nostra società contemporanea.
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