Il 19 giugno 2025, alle ore 15:30, il Consiglio regionale abruzzese è chiamato a deliberare su una legge che incarna una profonda trasformazione del panorama legislativo regionale: la legge sul fine vita. Questa non è una decisione affrettata, bensì il coronamento di un percorso virtuoso, un esperimento di democrazia partecipativa che ha visto l’Abruzzo pioniere nell’utilizzo dello strumento della legge d’iniziativa popolare. L’avvio di questa iniziativa, due anni or sono, ha richiesto un impegno straordinario: la raccolta di firme, un processo complesso che ha coinvolto migliaia di cittadini; la verifica rigorosa degli autenticatori, garante della legittimità del processo; la gestione burocratica dei certificati comunali. Successivamente, il deposito in Consiglio regionale, l’approvazione formale, l’approfondimento del parere del Collegio di Garanzia Statutaria, le cruciali audizioni nella V Commissione permanente, hanno delineato un iter volto a garantire la massima trasparenza e la più ampia consultazione.Questa missiva aperta, indirizzata alla classe politica abruzzese e all’intera cittadinanza, è innanzitutto un atto di gratitudine. Un ringraziamento sentito va rivolto al Presidente della Regione, Marco Marsilio, per aver riconosciuto l’importanza di questo tema durante la campagna elettorale, in un dibattito televisivo con Luciano D’Amico. La sua apertura ha evidenziato come la questione del fine vita non debba essere un motivo di divisione, ma un terreno comune dove ogni individuo, in piena autonomia e consapevolezza, possa esercitare il proprio diritto alla scelta, nel rispetto della dignità altrui e dei principi costituzionali.Un tributo particolare è dovuto ai consiglieri regionali che, con dedizione e competenza, hanno partecipato attivamente alle discussioni nella V Commissione. L’esperienza abruzzese si distingue per un clima di ascolto, confronto e partecipazione che raramente si riscontra in altre realtà regionali. Questo dato riflette una maturità istituzionale e civica che caratterizza l’Abruzzo, confermando la sua capacità di affrontare temi sensibili con responsabilità e coraggio.Ma il merito più grande appartiene ai cittadini abruzzesi, a coloro che, con generosità e impegno, si sono dedicati alla raccolta delle firme, all’organizzazione di incontri e tavoli di discussione. Un compito arduo, che ha comportato sacrifici di tempo e risorse, spesso sottovalutati. Si ringraziano, inoltre, coloro che, con spirito critico e domande legittime, abbiano partecipato ai tavoli di confronto, rappresentando diverse sensibilità, sia laiche che religiose. La ricchezza del dibattito non risiede nell’uniformità delle opinioni, ma nella capacità di accogliere la diversità, generando nuove prospettive e soluzioni condivise. Questo processo evidenzia come la democrazia deliberativa, partecipativa e inclusiva sia un fattore cruciale per la costruzione di una società più giusta, equa e rispettosa dei diritti individuali e collettivi. La legge sul fine vita rappresenta un passo avanti in questa direzione, un atto di civiltà che testimonia la capacità dell’Abruzzo di interpretare e anticipare le esigenze della propria comunità.
Abruzzo, legge sul fine vita: un percorso di democrazia partecipata
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