Abruzzo, Scontro tra Regione e Governo sulla Polizia Locale

La recente nota del Ministero dell’Interno solleva un acceso dibattito sulla legittimità e l’interpretazione della legge regionale abruzzese n. 24/2025, in particolare riguardo alla figura del comandante della polizia locale.

Il fulcro della questione risiede nell’articolo 12, che introduce una flessibilità interpretativa potenzialmente in contrasto con la normativa statale in materia di ordine e sicurezza pubblica.
La controversia nasce dall’introduzione del comma 7-bis dell’articolo 5 della legge regionale 42/2013.
Questa disposizione, in caso di vacanza del posto di comandante e assenza di dirigenti qualificati all’interno del corpo di polizia locale, consente di affidare l’incarico a dirigenti esterni all’ente, provenienti da altre amministrazioni comunali o da altre posizioni dirigenziali.
Tale possibilità, definita “scavalco condiviso”, deroga alle disposizioni precedenti che ne limitavano l’applicabilità.

Il Ministero dell’Interno, attraverso il suo Ufficio Affari Legislativi, esprime forti riserve.

L’ammissione alla carica di comandante di personale non in possesso dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, in particolare per quanto concerne la qualifica di pubblica sicurezza, è percepita come un’elusione normativa che invade la sfera di competenza statale.
Questa interpretazione si allinea con l’orientamento espresso dalla giustizia amministrativa, che ha più volte sottolineato la necessità di salvaguardare l’autonomia statale nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Il parere ministeriale, pur riconoscendo la necessità di fornire una risposta pragmatica in situazioni di emergenza gestionale, insiste sulla imprescindibilità del rispetto dei requisiti di legge.
Si raccomanda di limitare l’applicazione della deroga a casi eccezionali, richiedendo comprovata esperienza e una specifica formazione nel campo della polizia locale.
L’obiettivo è garantire che chi ricopre la carica di comandante possieda le competenze necessarie per gestire efficacemente le sfide della sicurezza urbana.

L’opposizione politica ha prontamente sollevato dubbi sulla trasparenza e la correttezza della procedura.

I consiglieri comunali Gianni Padovani ed Enrico Verini denunciando una possibile “nomina ad personam” e invitando a una revisione dell’emendamento per evitare un’impugnazione della legge da parte del Governo.
Le valutazioni dell’associazione Anvu (Associazione Nazionale Vigili Urbani) sono state richiamate a supporto della loro posizione, riaccendendo il dibattito sulla legittimità della nomina dell’architetto Marco Marrocco, già oggetto di contestazioni.
Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, esponente del Partito Democratico, definisce la nota ministeriale come una “forte presa di posizione” nei confronti della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila.
Pietrucci chiede l’immediata nomina di una figura competente e legalmente qualificata a capo della polizia municipale, sottolineando l’importanza di rafforzare la sicurezza urbana come priorità amministrativa.

La vicenda, quindi, si configura non solo come una disputa giuridica, ma anche come un momento di riflessione sull’equilibrio tra autonomia regionale e competenze statali in materia di sicurezza e ordine pubblico.

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