L’Abruzzo si è risvegliato sotto un’ondata di freddo pungente, con temperature notturne che hanno spinto il termometro ben al di sotto dello zero in diverse località regionali.
I dati raccolti dalla rete di monitoraggio Caput Frigoris (https://www.caputfrigoris.it/), specializzata nell’analisi e nel rilevamento di fenomeni climatici estremi, testimoniano l’intensità dell’irruzione polare che sta interessando il territorio.
Il cuore del freddo sembra pulsare nel massiccio del Sirente-Velino, dove la stazione meteo situata nei Piani di Pezza, a 1450 metri di altitudine, ha registrato un gelido -17.1°C.
Un valore che, in questo periodo dell’anno, evidenzia non solo l’abbassamento delle temperature medie stagionali, ma anche la tendenza a oscillazioni termiche sempre più marcate, sintomo di un clima in evoluzione.
Proseguendo verso l’entroterra, a Pescocostanzo, la stazione di Quarto di Santa Chiara (1260 m) ha segnato -14.9°C, mentre Campo Felice, con la sua stazione arroccata a 1538 metri, ha rilevato -13.8°C.
La stazione di Palena, nel Chietino, con il suo Casello 42 (1260 m), ha confermato un’ulteriore incursione del freddo, indicando -13.1°C.
Questi valori, significativamente inferiori alla media stagionale, sollevano interrogativi sulle vulnerabilità degli ecosistemi montani e sull’impatto sulle attività agricole legate alla produzione di mele e castagne, tipiche della regione.
Anche nel capoluogo, L’Aquila, il freddo si è fatto sentire, seppur in misura minore rispetto alle zone più elevate.
Le diverse stazioni meteo dislocate sul territorio comunale hanno registrato temperature comprese tra i -5.5°C (L’Aquila Ovest) e i -2.6°C (Gignano e Roio Piano), con un minimo di -0.7°C rilevato a San Giacomo.
La stazione di Pile, situata a un’altitudine leggermente inferiore, ha indicato -3.1°C.
L’analisi di questi dati, integrata con la valutazione delle condizioni sinottiche e della persistenza di inversioni termiche, permette di comprendere meglio la dinamica del freddo che sta investendo l’Abruzzo.
Questi eventi, seppur tipici dell’inverno appenninico, meritano un’attenzione particolare per quanto riguarda la gestione del rischio idrogeologico, data la possibile formazione di ghiaccio e la conseguente compromissione della stabilità dei versanti, e per la protezione delle colture sensibili al gelo, che rappresentano una risorsa economica importante per la regione.
La rete Caput Frigoris continua a monitorare l’evoluzione della situazione, fornendo dati preziosi per la pianificazione di interventi mirati e per la sensibilizzazione della popolazione.






