Angelo Maci: un rifugio per una famiglia, un seme di speranza.

Il sorriso di Angelo Maci, ottantaduenne fondatore della cooperativa Due Palme, si fa malinconico, velato da un’eco salentina che amplifica la dolcezza della sua voce.
Il pensiero vola ai suoi pronipoti, un ponte generazionale che lo riconnette alle radici della sua infanzia, ai profumi della campagna e al ritmo paziente dei cavalli di suo padre.
La sua riflessione si fa più profonda: contemplare una famiglia strappata ai propri figli è un’esperienza dolorosa, un vuoto che risuona nell’anima.

La storia della “famiglia del bosco” ha risvegliato in lui un senso di vicinanza, un’empatia profonda.
L’umiltà che emana da quei genitori, la loro scelta di una vita semplice, lo riportano a valori dimenticati, a un’idea di famiglia e di comunità che si è troppo spesso erosa dal progresso.

La cooperativa Due Palme, un progetto nato trentasei anni fa e che oggi vanta mille soci, ha risposto con generosità all’appello.

Il consiglio di amministrazione non ha esitato a offrire alla famiglia un rifugio accogliente: l’antica casa del custode, incastonata nel cuore del wine resort Villa Neviera.
Non si tratta di un semplice alloggio, ma di un microcosmo di opportunità.
I bambini non solo saranno immersi nella bellezza di un vigneto secolare e di un bosco rigoglioso, ma anche nella vitalità di una comunità.

I figli dei soci, cresciuti a contatto con la terra e con i suoi ritmi, saranno loro compagni di giochi e di avventure.
La possibilità di frequentare le scuole di Cellino offre un ulteriore tassello per una piena integrazione.
Maci sottolinea con commozione l’essenzialità della famiglia, la loro attitudine contadina, il desiderio di vivere in armonia con la natura, valori condivisi con i soci e con i contadini della zona.

È una famiglia che, pur nelle differenze, riflette la stessa anima profonda di chi lavora la terra.

La villa, adiacente al resort con le sue nove camere, offre un’oasi di tranquillità e sicurezza.

Maci immagina il riso dei bambini che corrono liberi, il profumo dell’aria pulita, la gioia di una comunità accogliente.

E poi, la domanda che si pone con semplicità disarmante: quanto tempo vorrebbero rimanere? La risposta è immediata, quasi una dichiarazione di intenti: “Quanto vogliono, anche per sempre.

Non è un problema.
Una piccola entità data in beneficenza non intacca la ricchezza della nostra cantina, ma arricchisce l’umanità.

”L’iniziativa trascende la semplice ospitalità; è un atto di fede nella forza della comunità, un inno alla semplicità e un invito a riscoprire il valore intrinseco della famiglia, ancorata alle radici della terra e aperta alla generosità del cuore.
È un seme di speranza piantato nel fertile terreno del Salento, con la promessa di un futuro più umano e più solidale.

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