La basilica di Collemaggio si è eretta a palcoscenico di una solida dimostrazione di solidarietà, avvolta dai colori della bandiera palestinese, preludio a un corteo che ha attraversato il centro storico dell’Aquila. La mobilitazione, nata da un sentimento popolare, si è concentrata su Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, i tre imputati nel processo in corso, accusati di presunti legami con la resistenza contro l’occupazione israeliana. Quest’azione si inquadra in un ciclo di iniziative programmate per accompagnare la fase cruciale del dibattimento, segnata dalla ricostruzione delle accuse attraverso la testimonianza di numerosi testimoni dell’accusa.Un fulcro del processo si concentra sull’interpretazione e la validità delle comunicazioni elettroniche – messaggi e chat – al centro dell’inchiesta. La questione si complica ulteriormente con l’emergere di annotazioni apparentemente provenienti da servizi di intelligence israeliani, documenti che, tuttavia, non sono stati formalmente ammessi nel fascicolo processuale, sollevando dubbi sulla loro attendibilità e rilevanza giuridica.La testimonianza di Alessia Fiordigigli, della Digos, ha tentato di ricostruire le attività investigative condotte nei territori occupati, con particolare riferimento a Tulkarem, in Cisgiordania, scenario dei fatti contestati agli imputati. La complessità dell’interpretazione delle comunicazioni elettroniche è stata sottolineata da Khaled El Qaisi, osservatore legale e mediatore culturale, il quale ha evidenziato la necessità di un contesto preciso per decifrare il significato intrinseco dei messaggi. “Senza un quadro interpretativo accurato, le comunicazioni rischiano di essere distorte e fraintese, portando a conclusioni errate”, ha spiegato El Qaisi all’ANSA.Le difficoltà incontrate dalla teste della Digos nel fornire risposte precise a domande specifiche su eventi e luoghi concreti hanno alimentato i dubbi degli attivisti presenti in corteo. Questi ultimi contestano le modalità investigative utilizzate, in particolare l’analisi di dati provenienti da Google e il sequestro di armi giocattolo, interpretati come episodi privi di reale rilevanza. La vicenda solleva interrogativi sull’ampiezza e i limiti dell’attività di sorveglianza e acquisizione di dati in contesti di presunta attività illecita.L’udienza successiva sarà caratterizzata dal rinvio della testimonianza di Vincenzo Troiani, della Polizia, a causa di limiti di tempo. In attesa della sua deposizione, resta significativa l’imminente audizione di personale della Guardia di Finanza, i cui interrogatori si concentreranno sull’analisi di transazioni finanziarie rilevanti per l’inchiesta. La questione finanziaria, infatti, potrebbe fornire elementi cruciali per chiarire le dinamiche economiche legate alle accuse mosse agli imputati, contribuendo a delineare un quadro più completo della situazione. La vicenda, nel suo complesso, rappresenta una complessa intersezione tra diritto, politica internazionale e libertà di espressione, ponendo interrogativi fondamentali sulla giustizia e la tutela dei diritti fondamentali in un contesto globale sempre più interconnesso.