L’azione congiunta della Procura della Repubblica di Perugia e un complesso apparato di enti investigativi ha culminato nell’arresto, da parte della polizia di frontiera di Brindisi, di un cittadino albanese di 44 anni, in esecuzione di un ordine di esecuzione pena emesso dal team guidato dal Procuratore Sergio Sottani.
Il provvedimento, come comunicato dalla Procura, è diretto a un individuo condannato in via definitiva per una serie di reati commessi tra il 2011 e il 2017, il cui ambito territoriale ha interessato le aree di Irsinia, Gravina di Puglia e Sant’Elpidio a Mare.
Le accuse che gravano sull’uomo, risultante latitante dal mese di agosto 2020, comprendono reati di porto abusivo di armi, furto aggravato e violazioni della legislazione in materia di sostanze stupefacenti.
L’arresto si è concretizzato durante una verifica sistematica dei passeggeri imbarcati su una nave proveniente dall’Albania, durante la quale, attraverso un attento controllo documentale e l’incrocio dei dati con banche dati nazionali e internazionali, è emersa la sua condizione di soggetto destinatario di un ordine di cattura.
L’attività di localizzazione e di costante monitoraggio del ricercato, un’operazione complessa che ha richiesto un’analisi approfondita e una collaborazione estesa, è stata orchestrata dall’Ufficio di Sorveglianza e di Esecuzione Penale (Sdi) della Procura di Perugia.
Questo ufficio ha agito in stretta sinergia con le forze di polizia italiane, testimoniando l’importanza di un approccio coordinato per la gestione di casi di latitanza transnazionale, e con le autorità di cooperazione giudiziaria internazionale, evidenziando la natura globale della lotta contro la criminalità.
Le indagini, caratterizzate dall’impiego di sofisticate tecniche investigative, hanno rivelato una capacità di elusione notevole, con l’utilizzo di false identità e documenti contraffatti per evitare l’identificazione.
L’analisi incrociata di dati biometrici, le segnalazioni interpellate all’Interpol e i tracciamenti digitali, hanno permesso di ricostruire un quadro dei suoi movimenti, rivelando una rete di spostamenti strategici che ha coinvolto Paesi Bassi e Regno Unito, con periodi di permanenza in zone periferiche di Amsterdam e Londra.
Particolare rilevanza hanno avuto le relazioni con un cittadino italiano, anch’egli con precedenti penali e residente in Germania per motivi professionali, il cui ruolo nella rete di supporto all’evasione è attualmente oggetto di ulteriori accertamenti.
La presenza di questo contatto suggerisce una struttura di supporto organizzata e una conoscenza approfondita delle procedure di controllo.
Il cittadino albanese è stato trasferito presso il carcere di Brindisi, dove dovrà espiare una pena residua di tre anni e dieci mesi, un periodo significativo che testimonia la gravità dei reati commessi e la determinazione delle autorità nel perseguire la giustizia.
L’arresto rappresenta un successo significativo nella lotta alla criminalità transnazionale e sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale per assicurare alla giustizia i responsabili di reati commessi in diverse giurisdizioni.