La gestione del contenzioso legale dell’ASL Lanciano Vasto Chieti è al centro di un acceso dibattito, che ha visto il direttore generale, Mauro Palmieri, impegnato in un tentativo di mediazione con le associazioni forensi e in risposta alle critiche sollevate dall’Associazione Giovani Avvocati (AIGA) e dal Partito Democratico.
La decisione di posticipare i termini per la presentazione della short list di avvocati incaricati è un segnale di apertura al dialogo, pur ribadendo la correttezza e la buona fede dei criteri selettivi inizialmente stabiliti.
La controversia nasce dalla percezione di una eccessiva rigidità nei requisiti richiesti, considerati da alcuni come un ostacolo significativo per l’accesso dei professionisti più giovani a incarichi di rilievo.
L’avviso pubblico, volto a costituire un elenco di legali con esperienza specifica e comprovata, impone infatti parametri che, pur mirando a garantire una difesa efficace e qualificata, rischiano di escludere talenti emergenti.
Tra i requisiti specifici richiesti figura l’aver seguito un numero minimo di cause negli ultimi sette anni, con un’ulteriore specializzazione necessaria per settori critici come la responsabilità medica, che prevede l’esperienza pregressa nella difesa di enti sanitari.
La regolamentazione dei compensi, con una decurtazione massima del 50% rispetto alle tabelle ministeriali, rappresenta un ulteriore elemento di attenzione alla sostenibilità economica degli incarichi.
Il direttore Palmieri ha espresso sorpresa per la veemenza delle contestazioni, sottolineando come i criteri non siano stati concepiti con l’intento di discriminare, bensì per assicurare la tutela degli interessi aziendali in contenziosi di elevata complessità.
La necessità di affidarsi a professionisti con una solida esperienza operativa, in grado di navigare le intricate dinamiche legali e gestionali che caratterizzano le controversie in ambito sanitario, ha guidato la definizione dei requisiti.
L’apertura al dialogo, concretizzata con l’invito ai presidenti delle sezioni AIGA di Chieti, Lanciano e Vasto e ai rispettivi Ordini Forensi a un incontro costruttivo, riflette la volontà di chiarire le motivazioni alla base delle scelte operate e di valutare eventuali aggiustamenti.
Allo stesso tempo, si è dimostrato disponibile a presentare un resoconto dettagliato della procedura alla Commissione di vigilanza del Consiglio regionale d’Abruzzo, garantendo trasparenza e accountability.
Le critiche dell’AIGA, che avevano preannunciato un possibile ricorso al TAR, e le osservazioni del capogruppo del PD in Regione Abruzzo, Silvio Paolucci, hanno evidenziato un profondo dissenso nei confronti della procedura, interpretata come una barriera all’ingresso per i giovani avvocati.
La questione solleva interrogativi fondamentali sull’equilibrio tra la necessità di garantire competenze specialistiche e l’importanza di favorire il ricambio generazionale e l’accesso alle professioni legali, soprattutto in un contesto di crescente attenzione all’innovazione e alla diversificazione del capitale umano.
Il dibattito in corso, pertanto, rappresenta un’occasione per riflettere su come conciliare questi obiettivi, promuovendo al contempo una giustizia efficace e accessibile a tutti.