venerdì 5 Settembre 2025
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Carcere di Pescara: Allarme Sicurezza, la Polveriera Sta per Esplodere

Il carcere di Pescara, il San Donato, è precipitato in una crisi di sicurezza acuta, descritta dal sindacato OSAPP come una polveriera in procinto di esplodere.
Lungi dall’essere un episodio isolato, la recente aggressione a un agente di polizia penitenziaria, che ha richiesto soccorso medico urgente, rappresenta l’ultimo, e particolarmente drammatico, tassello di una spirale di violenza inarrestabile che affligge l’istituto.

Precedenti episodi, come l’aggressione durante una perquisizione che ha provocato lesioni oculari, testimoniano un escalation preoccupante.

La violenza non si manifesta solo nei confronti del personale, ma anche tra i detenuti stessi, come dimostra la recente rissa che ha reso necessario il trasferimento di due persone in ospedale, evidenziando l’impossibilità di gestire adeguatamente la popolazione carceraria con le risorse attuali.
Questo scenario è il risultato di una complessa combinazione di fattori strutturali e gestionali che rendono la situazione insostenibile.

Il sovraffollamento, elemento chiave della crisi, è quantificabile: una capienza ufficiale di 270 detenuti è drasticamente superata da una popolazione carceraria che supera i 400, un numero superiore a quello registrato anche durante i periodi di massima tensione precedenti.
A questo si aggiunge la presenza di una sezione dichiarata inagibile, un ulteriore aggravante che comprime gli spazi e amplifica le tensioni.
La pressione sul personale è altrettanto drammatica.

Turni di lavoro estenuanti, che spesso superano le 12-13 ore e, in alcuni casi, si prottraggono per ben 24 ore consecutive, sono la norma, conseguenza diretta della cronica carenza di personale.
Questa situazione crea un circolo vizioso: la stanchezza e la demotivazione del personale compromettono la capacità di sorveglianza, aumentando il rischio di ulteriori episodi di violenza.

La sorveglianza dei detenuti in regime di custodia cautelare o di sorveglianza particolare, che richiedono un’attenzione costante e mirata, è compromessa dall’impossibilità di garantire un adeguato presidio.
L’ambiente carcerario, soffocante e privo di risorse, favorisce l’insorgere di comportamenti aggressivi e la rottura del tessuto sociale, alimentando un clima di insicurezza palpabile.
L’OSAPP, con veemenza, solleva un allarme urgente, invocando un intervento tempestivo e incisivo da parte delle autorità competenti.

Non si tratta semplicemente di gestire gli effetti immediati delle aggressioni, ma di affrontare le cause profonde della crisi, che richiedono un ripensamento complessivo della politica penitenziaria, un aumento del personale, un miglioramento delle condizioni detentive e un rafforzamento dei programmi di riabilitazione.
La sicurezza del personale penitenziario e la tutela della dignità dei detenuti, due facce della stessa medaglia, dipendono da un’azione immediata e risolutiva.

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