La recente vicenda relativa alla famiglia che vive in autonomia nel territorio di Chieti e all’ordinanza di allontanamento emessa a tutela dei tre minori, ha scatenato un’ondata di polemiche e dichiarazioni di natura politica che destano profonda preoccupazione per l’indipendenza e l’imparzialità del Tribunale dei Minori de L’Aquila.
In risposta a queste esternazioni, un atto formale di tutela è stato presentato al Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
L’iniziativa, fortemente sostenuta da una platea di consiglieri togati – segno della gravità percepita della situazione – mira a preservare l’autonomia decisionale dei magistrati e a garantire che le loro valutazioni, basate unicamente su considerazioni giuridiche e di interesse superiore del minore, non siano influenzate da pressioni esterne, tanto meno di natura politica.
L’adesione quasi unanime dei consiglieri togati, con l’eccezione di Bernadette Nicotra, proveniente da Milano, sottolinea la sensibilità diffusa all’interno dell’ordine giudiziario.
A questa richiesta di protezione si sono uniti anche i consiglieri laici, figure essenziali all’interno del CSM, il cui ruolo è garantire la rappresentanza della società civile e la prospettiva dei diritti fondamentali.
La presenza di Michele Papa, Ernesto Carbone e Roberto Romboli, tutti consiglieri laici, conferma l’ampiezza del sostegno all’azione intrapresa.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sul delicato equilibrio tra il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo i propri valori e l’imperativo del giudice di tutelare il benessere e lo sviluppo armonioso del minore.
L’ordinanza, emessa nel rispetto del Codice Civile e delle Convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia, ha generato un dibattito che trascende la specifica controversia, toccando temi fondamentali come la libertà di scelta educativa, i limiti dell’autonomia parentale e il ruolo dello Stato nella protezione dei diritti dei minori.
La richiesta di tutela presentata al CSM rappresenta un segnale forte per la salvaguardia dell’indipendenza della magistratura, pilastro fondamentale dello Stato di diritto.
È imprescindibile che le decisioni giudiziarie, soprattutto quelle che riguardano i minori, siano prese in piena autonomia e senza indebite influenze, al fine di garantire un giudizio imparziale e orientato esclusivamente al superiore interesse del bambino.
Il caso de L’Aquila, per quanto specifico, si configura come un campanello d’allarme per l’intera giustizia minorile italiana.






