Una crisi idrica endemica sta soffocando il tessuto agricolo e residenziale delle aree collinari e interne di Pescara, amplificata da una serie di rotture catastrofiche della rete idrica che si susseguono con una frequenza allarmante. Da settimane, centinaia di utenti del Consorzio di Bonifica si trovano privi di acqua per l’irrigazione, con conseguenze devastanti per la produzione agricola, che vede orti e campi essiccati sotto il sole cocente, compromettendo interi raccolti e generando perdite economiche di portata incalcolabile. L’amarezza è accentuata dalla persistente richiesta di pagamenti puntuali, un paradosso che evidenzia una profonda disconnessione tra servizio erogato e obblighi contrattuali.L’associazione “Pescara nel Cuore”, voce autorevole delle comunità colpite, denuncia una situazione ormai insostenibile, frutto di una gestione tecnica e politica profondamente carente. La rete idrica, ereditata dal 1953, è giunta al limite della sua capacità strutturale, manifestando una fragilità cronica che si traduce in guasti ripetuti e in una capacità di risposta insufficiente di fronte alla crescente domanda e agli eventi climatici estremi. L’inadempienza si configura non solo come un mero inconveniente, ma come una violazione di un obbligo legale sancito dalla normativa che impone al Consorzio di Bonifica la garanzia dell’approvvigionamento idrico per l’irrigazione, un principio teorico che si scontra con la realtà di un servizio costantemente interrotto.La gravità della situazione è ulteriormente aggravata da pratiche vessatorie: l’imposizione di bollette salate per un servizio non fruibile. L’associazione solleva legittimi interrogativi sulla trasparenza della contabilizzazione dei consumi e sull’effettivo utilizzo dei fondi incassati, ipotizzando una potenziale distorsione nell’allocazione delle risorse a scapito degli utenti penalizzati.L’associazione “Pescara nel Cuore” sottolinea come l’inerzia delle istituzioni e la mancanza di interventi mirati stiano minando la fiducia dei cittadini e compromettendo la sostenibilità del settore agricolo locale. In risposta a questa situazione di profonda ingiustizia, gli utenti stanno valutando azioni legali concertate, inclusa la possibilità di una class action, per tutelare i propri diritti e ottenere un adeguato risarcimento dei danni subiti. La vicenda non è solo una crisi idrica, ma una sfida complessa che richiede un cambio di paradigma nella gestione delle risorse, una maggiore trasparenza e un impegno concreto per garantire il diritto all’acqua come elemento fondamentale per la vita e lo sviluppo del territorio. La comunità si prepara a una battaglia legale, ma soprattutto a una rivendicazione di responsabilità e di giustizia.
Crisi idrica a Pescara: agricoltura soffoca, utenti a rischio class action
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