La relazione redatta a luglio dall’Ecad (Servizio di Assistenza Sociale) del Comune di Monteodorisio, in seguito a un’indagine avviata dalla Procura per i Minorenni dell’Aquila, dipinge un quadro allarmante della condizione esistenziale di una famiglia residente a Palmoli, definita emblematicamente la “famiglia del bosco”.
Il documento, focalizzato sulla vulnerabilità socio-abitativa, economico-sanitaria e, soprattutto, sull’esclusione sociale dei minori, rivela una situazione di profonda marginalità che ha portato all’adozione di un provvedimento di allontanamento dei tre figli dalla residenza familiare e al loro inserimento in una comunità di accoglienza.
La famiglia si trova ad affrontare una serie di fattori di rischio interconnessi che ne compromettono la stabilità e il benessere.
L’assenza di un alloggio stabile, la precarietà economica, l’isolamento sociale e la mancanza di accesso a servizi essenziali come l’istruzione e le attività ricreative, creano un ambiente carente di stimoli positivi e di opportunità di crescita per i bambini.
La loro mancata frequenza scolastica, in particolare, rappresenta una criticità significativa, poiché preclude loro la possibilità di acquisire competenze fondamentali per il futuro e li espone a un circolo vizioso di esclusione.
L’etichetta “famiglia del bosco”, sebbene possa apparire una semplificazione, suggerisce un distacco dalla comunità e dalla rete di supporto sociale, un rifugiarsi in una condizione di autosufficienza precaria e isolata.
Questa condizione, probabilmente esacerbata da fattori non completamente chiariti nella relazione (come problemi di salute mentale, dipendenze o conflitti interpersonali), impedisce alla famiglia di accedere ai servizi e alle risorse disponibili sul territorio.
L’intervento della Procura per i Minorenni e la conseguente ordinanza di allontanamento dei minori riflettono la gravità della situazione e l’urgente necessità di tutelare i diritti fondamentali dei bambini, garantendo loro un ambiente sicuro, stimolante e favorevole al loro sviluppo.
L’inserimento in una casa famiglia rappresenta un tentativo di interrompere il ciclo di marginalità e offrire ai minori un’opportunità di crescita personale e sociale, supportati da professionisti qualificati in grado di fornire loro l’assistenza e l’orientamento necessari.
La sfida, ora, è quella di affrontare le problematiche alla radice che hanno portato alla disgregazione della famiglia e di promuovere un percorso di reinserimento sociale, se possibile, che garantisca la sua stabilità e il benessere di tutti i suoi membri.
È cruciale un approccio multidisciplinare, che coinvolga servizi sociali, sanitari, educativi e legali, per costruire un piano di intervento personalizzato e sostenibile nel tempo.





