Il Festival Dannunziano, in questa sua edizione, si conferma un potente motore culturale e un’esperienza di risonanza nazionale, generando un impatto significativo sia in termini di affluenza fisica che di visibilità digitale.
I numeri parlano chiaro: le prime nove giornate a Pescara, caratterizzate da una rigorosa capienza che ha costretto a gestire un flusso costante di spettatori, hanno visto oltre trenta mila presenze dirette, mentre l’onda di interesse sui social media ha superato l’impressionante cifra di 1,8 milioni di visualizzazioni, estendendo l’eco del festival ben oltre i confini regionali.
Questa valutazione positiva, fornita dal presidente del consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, ideatore del festival, riflette un’ambizione ben precisa: celebrare la complessa figura di Gabriele D’Annunzio non come icona statuaria del passato, ma come catalizzatore di un’eredità intellettuale vibrante e ancora capace di stimolare il dibattito contemporaneo.
L’edizione 2025, sotto il segno del claim “Vivere l’inimitabile”, curata dalla Fondazione Crea e guidata dalla direzione artistica di Giordano Bruno Guerri, si articola in un percorso che, dopo l’intensa fase di Pescara, si snoda attraverso i luoghi simbolo del Vate: Guardiagrele, San Vito Chietino, Chieti e L’Aquila.
Questo decentramento territoriale non è casuale, ma mira a creare un legame profondo con il territorio abruzzese e a valorizzare il patrimonio culturale diffuso.
Il Festival Dannunziano si distingue per la sua natura poliedrica, un vero e proprio caleidoscopio di esperienze che spaziano dall’attività sportiva alla poesia, dal teatro alla presentazione di libri, dalla ricerca universitaria al confronto politico, fino a culminare in eventi musicali di ampio respiro.
Questa pluralità di linguaggi risponde a un principio cardine: la libertà di espressione, intesa come spazio aperto al confronto e alla sperimentazione, senza filtri ideologici o preconcetti.
Tra gli eventi di spicco delle giornate pescaresi, Sospiri ha sottolineato la rilevanza della proiezione del film sulla vita di Eleonora Duse, un’occasione per ripercorrere un capitolo cruciale della storia del teatro italiano, e la prima italiana del film dedicato al Futurismo, movimento artistico che D’Annunzio contribuì a plasmare.
Particolarmente sentito è stato l’esibizione della cantante israeliana Noa, che ha offerto un momento di riflessione e commozione in un contesto globale segnato da tensioni e sofferenze.
L’apprezzamento per il concerto di Cristiano De Andrè testimonia la volontà di ampliare l’offerta musicale, abbracciando generi diversi e proponendo artisti di talento.
Infine, il confronto tra Peter Gomez e Tommaso Cerno, due figure con posizioni politiche diametralmente opposte, incarna lo spirito di agorà che anima il festival, un luogo di dibattito aperto e costruttivo, dove le idee possono confrontarsi liberamente, alimentando la crescita culturale e civile della comunità.
L’obiettivo primario resta quello di costruire un’immagine positiva e dinamica dell’Abruzzo, proiettata verso il futuro con orgoglio e innovazione.