giovedì 11 Settembre 2025
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Comune di L'Aquila

Frattura in Azione Abruzzo: Scontro sulle nomine alla Polizia Locale

Un’aperta frattura serpeggia all’interno di Azione in Abruzzo, acuita da posizioni divergenti sull’emendamento alla legge regionale concernente la polizia locale.
Le dichiarazioni del deputato Giulio Sottanelli e del capogruppo regionale Enio Pavone, che hanno espresso giudizi positivi sull’emendamento – aprendo alla possibilità di nominare comandanti di polizia locale anche al di fuori del corpo stesso – hanno innescato una reazione veemente da parte dei vertici locali del partito, con sede all’Aquila.

La controversia si radica in una profonda divergenza di vedute sulla gestione della polizia locale e sulla legittimità delle procedure di nomina.

Enrico Verini, capogruppo in Comune; Mauro Fattore, segretario provinciale; e Angelo Mancini, coordinatore comunale, hanno espresso pubblicamente la loro preoccupazione, affermando di aver agito con determinazione per garantire la legalità e il rispetto delle normative.

La loro lettera, resa pubblica, manifesta sconcerto per l’intervento di Sottanelli e Pavone, ritenuto in contrasto con le posizioni che il gruppo aquilano ha sostenuto con coerenza per un periodo prolungato.
Il fulcro della disputa risiede nella natura stessa dell’emendamento approvato.
Esso apre la strada a nomine di dirigenti provenienti da fonti esterne ai corpi di polizia locale, un tema che ha generato un contenzioso amministrativo particolarmente acceso proprio nell’Aquila.
Il sindaco Pierluigi Biondi è stato ripetutamente sanzionato da parte del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) e del Consiglio di Stato, proprio a causa delle procedure di nomina adottate in passato.

Gli esponenti locali di Azione denunciano come l’emendamento in questione possa configurare una forma di elusione del “giudicato”, ovvero un tentativo di aggirare le sentenze definitive che hanno imposto criteri più rigorosi per le nomine.
La vicenda è percepita come un episodio gravissimo, non solo per le implicazioni legali, ma anche per la mancanza di coordinamento all’interno del partito.

Verini, Fattore e Mancini, in una mossa che sottolinea la serietà della loro preoccupazione, hanno preannunciato un confronto diretto con il leader nazionale, Carlo Calenda, al fine di esporre dettagliatamente la situazione e cercare una risoluzione.
La dichiarazione conclusiva dei tre esponenti ribadisce una linea politica ben definita: la priorità assoluta deve essere sempre rappresentata dagli interessi della comunità aquilana, prevalendo su qualsiasi logica di partito.
Questo posizionamento suggerisce una profonda riflessione sui valori fondanti del movimento e sulla necessità di operare con responsabilità e trasparenza, anteponendo il bene comune a considerazioni di opportunismo politico.
La vicenda evidenzia, inoltre, le difficoltà intrinseche che possono sorgere all’interno di movimenti politici relativamente nuovi, dove diverse sensibilità e visioni possono coesistere e, a volte, entrare in conflitto.

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