Un evento atmosferico improvviso e drammatico ha scosso la tranquillità delle zone montane tra l’Aquila e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Un giovane di quindici anni, impegnato nelle vicinanze del lago di Campotosto, nei pressi di Monte di Mezzo, è stato vittima di una fulminazione, un fenomeno che, pur se non del tutto inatteso in aree elevate e esposte, conserva un’aura di imprevedibilità e potenziale devastazione.
L’urgenza della situazione ha immediatamente mobilitato le risorse sanitarie locali.
Il tempestivo intervento del personale del 118, coadiuvato da un tecnico specializzato del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo, si è rivelato cruciale per stabilizzare le condizioni critiche del ragazzo.
La difficoltà d’accesso alla zona, tipica degli ambienti montani, ha reso indispensabile l’intervento di un team preparato a operare in contesti complessi e a gestire emergenze in spazi ristretti.
La gravità delle lesioni ha reso necessario un trasferimento immediato verso una struttura ospedaliera con maggiori competenze e risorse specialistiche.
Dopo una prima stabilizzazione presso l’ospedale dell’Aquila, dove era stato ricoverato in Rianimazione e indotto in coma farmacologico per mitigare il danno cerebrale e favorire la sua sopravvivenza, si è reso necessario un trasferimento ad altissimo livello.
Questa mattina, un’eliambulanza, decollata dall’ospedale “San Salvatore”, ha provveduto a trasportare il ragazzo al prestigioso “Bambino Gesù” di Roma, un centro di eccellenza in pediatria e traumatologia, dotato di tecnologie avanzate e personale altamente specializzato.
La scelta di questa struttura testimonia la serietà delle condizioni del giovane e la necessità di un approccio terapeutico all’avanguardia.
L’evento solleva interrogativi sulla sicurezza in montagna, sulla consapevolezza dei rischi legati ai fenomeni atmosferici estremi, e sull’importanza di una preparazione adeguata per chi frequenta questi ambienti.
La fulminazione è un evento raro ma potenzialmente letale, particolarmente insidioso in altitudine, dove l’isolamento e le condizioni meteorologiche variabili possono amplificare i rischi.
La speranza è che il giovane possa riprendersi completamente, e che questo tragico episodio possa servire da monito e stimolo per una maggiore attenzione alla prevenzione e alla sicurezza in montagna.
Il futuro del ragazzo è incerto e resta ora nelle mani dei medici e nell’auspicio di una pronta guarigione.