Sul Gran Sasso, l’impegno incessante per la ricerca di Karol Brozek, l’alpinista polacco scomparso, si protrae.
Oggi, una finestra di miglioramento meteorologico ha consentito il dispiegamento di una task force complessa e specializzata, un esempio di sinergia tra diverse realtà operative.
Squadre composte da esperti del Soccorso alpino e speleologico abruzzese, del Gruppo di Intervento delle Guardie di Finanza (Sagf) e dei Vigili del fuoco, sono state trasportate in elicottero direttamente in quota, sulla cima del Corno Grande, un punto nevralgico per la complessità del terreno.
L’operazione non si è limitata a una semplice ricerca visiva.
I soccorritori hanno predisposto un’architettura di sicurezza sofisticata, utilizzando ancoraggi robusti, corde statiche e sistemi di protezione avanzati per consentire l’esplorazione di aree particolarmente impervie e a forte pendenza.
L’impiego di sonde da valanga e pale ha permesso di scandagliare la neve, alla ricerca di tracce o indizi che possano rivelare il percorso dell’alpinista.
Le aree più critiche, tra cui la zona sommitale e la via Direttissima verso la Schiena d’Asino, sono state meticolosamente equipaggiate con linee fisse, ampliando la copertura operativa e massimizzando le probabilità di individuazione.
La difficoltà è accentuata dalla notevole quantità di neve presente, con accumuli che in alcuni punti superano i tre metri, rendendo l’esplorazione lenta e complessa.
La ricerca è guidata dall’analisi dei dati provenienti dall’orologio GPS dell’alpinista.
Questi dati, sebbene preziosi, sono interpretati con cautela, tenendo conto della potenziale imprecisione dei segnali in ambienti montani e della natura irregolare del terreno.
Una minima deviazione nella traccia GPS può significare una vasta area da ispezionare.
La ricostruzione del percorso si configura come un puzzle complesso, dove ogni informazione, seppur apparente, va considerata nel suo contesto ambientale e tecnologico.
Al termine delle operazioni diurne, le squadre sono rientrate a valle, lasciando in posizione le linee attrezzate, pronte per un nuovo dispiegamento.
La famiglia di Brozek segue con angoscia le ricerche, promuovendo una raccolta fondi in Polonia per supportare gli sforzi di soccorso.
L’ambasciata polacca in Italia mantiene un contatto costante con le autorità italiane, testimoniando la gravità e l’impatto internazionale della vicenda.
Parallelamente, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzese è stato mobilitato per un secondo intervento urgente: un gruppo di tre escursionisti stranieri, diretti a Campo Imperatore, si è trovato in difficoltà a causa di uno scivolamento che ha comportato la perdita dello zaino.
Un intervento rapido dell’elisoccorso 118, con a bordo un tecnico del CNSAS, ha permesso di recuperare i tre escursionisti in sicurezza, dimostrando la capacità di risposta tempestiva e coordinata delle squadre di soccorso in situazioni di emergenza.
L’episodio sottolinea, inoltre, i rischi intrinseci dell’escursionismo in montagna e l’importanza di una preparazione adeguata e dell’utilizzo di attrezzature di sicurezza.






