Il 29 giugno 2025, l’Aquilano si appresta ad accogliere il “Gran Sasso Street Tour”, un raduno motoristico organizzato dall’Associazione Abruzzo Racing Club. L’evento, tuttavia, solleva un acceso dibattito e profonde preoccupazioni, manifestate con forza dalla Commissione per la Tutela dell’Ambiente Montano (Tam) del Club Alpino Italiano (CAI) dell’Aquila, che ne contesta l’impatto potenziale sull’ecosistema del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.La Tam non si limita a una critica formale, ma esprime una profonda riflessione sull’urgenza di ridefinire il rapporto tra attività umane e tutela ambientale in aree di pregio naturalistico. Il raduno, con il suo prevedibile coinvolgimento di veicoli ad alte prestazioni e, presumibilmente, sistemi audio potenziati, rischia di compromettere l’equilibrio delicato che caratterizza il Parco. Le esperienze passate hanno lasciato tracce evidenti di disturbi acustici inaccettabili, un’onda sonora che si propaga a detrimento della quiete montana, minando la serenità della fauna selvatica e alterando l’esperienza dei visitatori in cerca di contatto autentico con la natura.La questione non si esaurisce nella mera valutazione dell’inquinamento acustico. La Tam sottolinea come tali eventi veicolino un messaggio contraddittorio rispetto ai principi fondamentali della sostenibilità ambientale. Il Parco non deve essere percepito come un’infrastruttura di intrattenimento, ma come un organismo vivente, un habitat fragile abitato da specie protette e custode di una biodiversità preziosa, spesso ignorata o sottovalutata. La presenza di un’attività motoristica di tale portata rischia di banalizzare il valore intrinseco di un territorio che merita rispetto e protezione.Il Club Alpino Italiano, attraverso la voce della Tam, denuncia non solo il disturbo diretto per la fauna, costretta a modificare i propri comportamenti e a rinunciare a zone vitali, ma anche la perdita di un’esperienza montana autentica, quella del silenzio contemplativo, dell’ascolto attento ai suoni della natura: il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, il richiamo del lupo, il bramito del cervo. Questi elementi, imprescindibili per chi cerca rifugio e rigenerazione in montagna, rischiano di essere soffocati da un rumore artificiale e invasivo.La Tam non intende negare il diritto al divertimento e alla pratica di attività sportive, ma sollecita una riflessione più ampia sulla responsabilità individuale e collettiva nella tutela del patrimonio naturale. Un Parco Nazionale dovrebbe essere un luogo di ascolto, di connessione profonda con l’ambiente circostante, un santuario di pace e tranquillità. La strada verso un reale rispetto del silenzio e della natura, tuttavia, appare ancora irta di ostacoli, a meno che non si proceda a una revisione radicale delle politiche di gestione del territorio.La Commissione Tam si impegna a promuovere un confronto costruttivo con le istituzioni competenti, auspicando l’adozione di misure concrete per garantire una fruizione del territorio montano più consapevole, responsabile e sostenibile, che ponga al centro la salvaguardia del suo valore intrinseco e la tutela del benessere di chi lo frequenta. Si auspica una regolamentazione più stringente, una maggiore sensibilizzazione e una profonda riflessione sui modelli di turismo da promuovere in un’area di così grande importanza ecologica e paesaggistica.
Gran Sasso Street Tour: CAI Aquila contro l’impatto ambientale
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