Il colle di Bisenti, incastonato nel cuore dell’Abruzzo, si arricchisce di un’opera che celebra un’icona millenaria: il Guerriero di Capestrano. L’immagine di questo enigmatico guerriero, scolpita in pietra calcarea nel VI secolo a.C., non è semplicemente raffigurata, ma reinterpretata e restituita alla comunità attraverso un vibrante murales realizzato dall’artista romana Vamilla Falsini. Questo intervento artistico, promosso dall’amministrazione comunale di Bisenti, si configura come un punto focale all’interno di “Coloriamoci Sopra 9”, l’annuale festival di arte urbana organizzato dall’associazione culturale “Quasi adatti”. Più che un semplice evento, “Coloriamoci Sopra” è un vero e proprio progetto di valorizzazione del territorio, un tentativo di innescare una nuova narrazione identitaria attraverso la street art.Il murales, che si inserisce nel più ampio progetto “Ratike” – giunto alla sua quarta edizione – rappresenta una strategia di rigenerazione urbana complessa. “Ratike”, termine di origine sannitica che evoca l’idea di comunità, di condivisione e di forza collettiva, mira a trasformare spazi urbani marginali in luoghi di aggregazione e di riscoperta del patrimonio culturale. L’obiettivo è andare oltre la mera estetica, intervenendo attivamente sulla percezione del luogo e promuovendo un senso di appartenenza.La scelta del Guerriero di Capestrano non è casuale. L’effige, testimonianza di un’epoca oscura e affascinante, incarna i valori di coraggio, forza e resilienza, qualità che storicamente hanno caratterizzato il popolo abruzzese. Il murales, quindi, non è solo un omaggio a una scultura, ma un tentativo di riappropriazione del passato, di riscoperta delle radici e di proiezione verso il futuro.Vamilla Falsini, con la sua sensibilità artistica e la sua maestria tecnica, ha saputo reinterpretare l’immagine del guerriero, infondendole nuova vita e rendendola accessibile a un pubblico ampio e diversificato. L’opera si propone di stimolare la riflessione sulla storia, sull’identità e sul ruolo dell’arte come strumento di cambiamento sociale, creando un dialogo tra il passato glorioso dell’Abruzzo e le sfide del presente. Si tratta di un’iniezione di vitalità per Bisenti, un piccolo borgo che, grazie a questa iniziativa, si conferma come un laboratorio di idee e di sperimentazione artistica, un luogo dove la storia e la contemporaneità si incontrano e si fondono in un’esperienza unica e coinvolgente.
Il Guerriero di Capestrano rinasce: arte e identità a Bisenti
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