L’incontro tra i funzionari dell’ambasciata australiana e i membri della comunità “familiare nel bosco” di Vasto si è concluso senza aperture ufficiali.
Una delegazione diplomatica, giunta in Abruzzo con la missione di valutare la situazione dei tre minori coinvolti nella vicenda, ha lasciato la casa famiglia senza rilasciare dichiarazioni alla stampa in attesa all’esterno.
La riservatezza ha avvolto l’intera giornata, un sigillo di silenzio che riflette la delicatezza e la complessità delle questioni in gioco.
L’incontro, attentamente orchestrato, ha visto la partecipazione di figure chiave incaricate dalla legge e dalla società civile: Marika Bolognese, curatrice speciale nominata dal tribunale per i minori, e Maria Luisa Palladino, tutrice legale designata, entrambe figure centrali nella protezione del benessere dei bambini.
Presente anche Alessandra De Febis, garante regionale per i diritti dell’infanzia, che ha fornito un’ulteriore voce autorevole nella valutazione della situazione.
Gli avvocati che assistono la coppia anglo-australiana, Catherine e Nathan, hanno rappresentato i diritti dei genitori, in un contesto di profonda incertezza giuridica e sociale.
L’assenza di comunicazioni da parte di tutti i soggetti coinvolti suggerisce un processo decisionale in divenire, un’analisi approfondita dei riscontri acquisiti e una volontà di agire con cautela, evitando dichiarazioni affrettate che potrebbero pregiudicare il futuro dei minori.
La vicenda, intrinsecamente legata a interrogativi sull’educazione, l’autonomia familiare e il diritto all’identità, richiede un approccio multidisciplinare che tenga conto non solo degli aspetti legali, ma anche di quelli psicologici e sociali.
La comunità “familiare nel bosco”, nata da un’idea di Catherine e Nathan, ha sollevato un dibattito acceso sull’alternativa all’istruzione formale e sull’autodeterminazione genitoriale.
La decisione di coinvolgere l’ambasciata australiana testimonia l’interesse internazionale per il caso, un campanello d’allarme sulla necessità di ripensare i modelli educativi e le forme di protezione dei minori, garantendo al contempo il rispetto dei diritti fondamentali delle famiglie.
La speranza è che l’incontro possa aprire la strada a una soluzione che ponga al centro il benessere e il futuro dei bambini, in un contesto di dialogo costruttivo e trasparenza.






