L’Italia, un mosaico di identità regionali e paesaggi interiori, si trova ad affrontare una sfida esistenziale che va ben oltre i numeri demografici. Non si tratta semplicemente di una contrazione numerica, ma di un progressivo disinvestimento culturale e mediatico che rischia di relegare l’Italia “di mezzo” – l’Appennino, le aree interne, i borghi dimenticati – ai margini della narrazione nazionale e globale. L’allarme, sollevato con lucidità da Lucio Caracciolo, direttore di Limes, sottolinea una frattura sempre più marcata tra le coste, centri di vitalità economica e mediatica, e il cuore pulsante del Paese, spesso relegato a sfondo sfocato.Questa “svuotamento” non è solo quantitativo. È un fenomeno complesso, radicato in dinamiche socio-economiche che vedono le giovani generazioni abbandonare i piccoli centri in cerca di opportunità, lasciando dietro di sé una popolazione anziana e un patrimonio culturale inestimabile, ma vulnerabile. La perdita di abitanti comporta la chiusura di scuole, ospedali, servizi essenziali, accelerando ulteriormente il declino e creando un circolo vizioso difficile da interrompere.L’analogia con la “Flyover America” statunitense, evocata da Caracciolo, è particolarmente significativa. Proprio come negli Stati Uniti, una parte del Paese viene ignorata dalla narrazione dominante, così in Italia le aree interne faticano a far sentire la propria voce, a far conoscere le proprie storie, le proprie eccellenze. Si tratta di un patrimonio di tradizioni, di saperi artigianali, di prodotti agroalimentari unici, di un legame profondo con la terra che rischia di perdersi nell’oblio.L’appello rivolto ai giornalisti non è quindi un semplice invito a scrivere di più sull’Italia “di mezzo”. È una chiamata alla responsabilità, un’esortazione a recuperare un ruolo cruciale nella costruzione dell’identità nazionale. Significa andare oltre la cronaca superficiale, approfondire le cause profonde della spopolamento, dare voce a chi non ne ha, raccontare storie che sappiano emozionare e stimolare la riflessione.Si tratta di un’occasione imperdibile per riscoprire un’Italia autentica, resiliente, capace di reinventarsi e di offrire nuove prospettive di sviluppo sostenibile. Un’Italia che, lungi dall’essere un’appendice marginale, rappresenta il cuore pulsante della sua identità culturale e un tesoro da preservare per le generazioni future. L’impegno dei giornalisti, in questo senso, non è solo un dovere professionale, ma un atto di amore verso il Paese e un investimento nel suo futuro. È necessario promuovere politiche di sviluppo mirate, che incentivino la permanenza e il ritorno di giovani talenti, valorizzino le risorse locali e creino opportunità di lavoro innovative, in grado di contrastare lo spopolamento e di restituire vitalità alle aree interne. Solo così l’Italia potrà evitare di scomparire dal racconto, e riscoprire la sua vera essenza.
Italia al Margine: L’Appennino Scompare, Urge una Narrazione Nuova
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