Il Consiglio comunale de L’Aquila si è diviso in un acceso dibattito sull’opportunità di condannare formalmente le azioni militari di Benjamin Netanyahu nella Striscia di Gaza, innescando un confronto politico che ha messo a nudo le diverse sensibilità presenti nell’assemblea cittadina. L’ordine del giorno, promosso dalle consiglieri Simona Giannangeli (L’Aquila Coraggiosa) e Stefania Pezzopane (Partito Democratico), mirava a stigmatizzare le operazioni militari israeliane e a denunciare possibili crimini di genocidio, sollevando una questione di profonda rilevanza etica e politica.La votazione si è conclusa con un risultato significativo: dieci voti favorevoli, provenienti da un’ampia coalizione di gruppi consiliari (tra cui Pd, L’Aquila Coraggiosa, 99 L’Aquila, L’Aquila Nuova, Avs, Il Passo Possibile, Azione), si sono contrapposti a diciassette voti contrari, provenienti da una forza politica più ampia comprendente Fdi, L’Aquila Protagonista, Lega, Ud e Forza Italia.La promotrice Giannangeli ha espresso un netto disappunto per l’esito, accusando l’amministrazione comunale e la sua maggioranza di aver scelto di non prendere posizione contro “il genocidio in corso” nella Striscia di Gaza.Nonostante il rifiuto dell’ordine del giorno, la discussione ha rivelato una certa apertura al dialogo. Diversi esponenti della maggioranza, tra cui Daniele Ferella (Lega) e Leonardo Scimia (Forza Italia), pur riconoscendo la gravità della situazione umanitaria e le sofferenze della popolazione civile, hanno manifestato la disponibilità a lavorare su un nuovo ordine del giorno che possa rappresentare una posizione più condivisa e costruttiva.Il consigliere Lorenzo Rotellini, a sostegno della mozione originaria, ha dipinto un quadro drammatico della situazione a Gaza, sottolineando la perdita di vite innocenti, la distruzione delle infrastrutture sanitarie e la negazione dei beni di prima necessità per la popolazione civile. Ha richiamato le accuse di genocidio sollevate da Amnesty International, evidenziando la violazione del diritto internazionale derivante dal bombardamento indiscriminato di obiettivi civili, tra cui ospedali, scuole e abitazioni. Ha inoltre criticato le esportazioni di armi da parte di aziende italiane, sollevando interrogativi sulla responsabilità del paese in merito al conflitto.Il sindaco Pierluigi Biondi, pur riconoscendo la necessità di un’attenzione particolare alla crisi umanitaria, ha sottolineato la complessità della situazione, rimarcando che le decisioni relative alla vendita di armi sono influenzate da dinamiche politiche e commerciali che trascendono le competenze del consiglio comunale. Ha inoltre evidenziato la necessità di condannare le azioni di Hamas, accusate di utilizzare civili, donne e anziani come “scudo umano”, e ha proposto un nuovo ordine del giorno volto a trovare un equilibrio tra la necessità di esprimere solidarietà alle vittime e la consapevolezza delle complesse dinamiche geopolitiche in gioco. Il dibattito ha aperto una riflessione più ampia sulle responsabilità internazionali, il ruolo dell’Italia nel contesto del conflitto israelo-palestinese e la necessità di trovare soluzioni pacifiche e durature per affrontare una crisi umanitaria di tale portata.
L’Aquila divisa: voto sul conflitto Israele-Gaza accende polemiche
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