La recente applicazione della Legge 82/2025, soprannominata “Legge Brambilla”, segna un punto di svolta nella tutela del benessere animale in Italia e testimonia un’evoluzione significativa nell’approccio delle forze dell’ordine nei confronti dei reati contro gli animali.
La Polizia Locale di Chieti è stata la prima a sanzionare un caso concreto in virtù di questa normativa, elevando una multa di mille euro a un proprietario che teneva il suo cane permanentemente incatenato.
La vicenda, emersa a seguito di numerose segnalazioni provenienti dalla cittadinanza, non è solo una questione di coercizione economica, ma simboleggia un cambio di paradigma.
La Legge Brambilla, infatti, non si limita a inasprire le pene per maltrattamenti, ma introduce principi fondamentali per garantire una vita dignitosa agli animali, riconoscendo implicitamente il loro status di esseri senzienti capaci di provare sofferenza.
L’incatenamento prolungato, in particolare, è stato identificato come una forma di restrizione della libertà che nega all’animale la possibilità di esprimere i suoi comportamenti naturali, di interagire con l’ambiente e di socializzare.
L’intervento della Polizia Locale, preceduto da un’attività di indagine e appostamento, evidenzia un impegno crescente verso l’applicazione rigorosa della legge e una maggiore sensibilità verso le preoccupazioni espresse dalla collettività.
La sanzione, collocata all’interno di un intervallo compreso tra i 500 e i 5.000 euro, riflette la gravità della violazione commessa, quantificando il danno arrecato al benessere dell’animale.
Questa prima applicazione della legge, tuttavia, va interpretata come un avvio di un percorso più ampio.
La Polizia Locale di Chieti ha annunciato una serie di controlli mirati, sia a seguito di segnalazioni specifiche, sia attraverso iniziative proprie, per monitorare il rispetto delle disposizioni legislative e prevenire ulteriori violazioni.
L’obiettivo non è solo quello di punire i comportamenti scorretti, ma soprattutto di sensibilizzare i proprietari di animali alla responsabilità che deriva dall’aver scelto di accogliere un essere vivente in famiglia, promuovendo una cultura di rispetto e tutela del benessere animale a livello locale.
La questione sollevata pone inoltre interrogativi più ampi sulla necessità di una maggiore educazione civica e di un’informazione più efficace rivolta alla popolazione, affinché siano compresi i bisogni fondamentali degli animali e si evitino comportamenti dannosi per la loro salute fisica e psicologica.