La vicenda, originaria di Manoppello, nel cuore del Pescarese, rivela una drammatica escalation di violenza domestica, un piano diabolico sventato per un soffio.
Un uomo di settantacinque anni è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato, orchestrando un macchinario mortale volto a privare la moglie della vita, in un contesto di dolorosa separazione.
La premeditazione è l’elemento più agghiacciante di questa storia.
L’uomo, con una fredda lucidità, aveva forato il muro che separava la sua camera da letto da quella della moglie, ricavando un condotto segreto per un tubo di gomma.
Quest’ultimo era collegato a una bombola di gas, lasciata deliberatamente aperta, con l’efferata intenzione di soffocare la donna durante il sonno, facendola morire senza destare sospetti.
L’obiettivo era che, al rientro a casa, la donna non percepisse l’odore del gas e si addormentasse, sigillando così il suo destino.
Fortunatamente, la donna, manifestando un acuto fiuto per il pericolo, ha percepito l’anomalo odore acre al momento di accedere alla camera da letto, dopo aver chiuso la porta.
L’istinto di sopravvivenza l’ha spinta ad aprire immediatamente le finestre e a chiedere aiuto alla figlia, evitando così l’esecuzione del piano omicida.
L’intervento tempestivo del 112 ha consentito ai Carabinieri, supportati dal Nucleo Operativo e dai Vigili del Fuoco, di intervenire rapidamente.
La perquisizione dell’appartamento ha rivelato la presenza del foro nascosto dietro il battiscopa e della bombola di gas, confermando l’efferatezza del piano.
Il marito, tentato di giustificarsi con una fittizia distrazione durante la preparazione di un pasto, è stato rintracciato dai Carabinieri e immediatamente arrestato.
Questo tragico episodio non solo evidenzia la gravità della violenza domestica, ma solleva anche interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione e protezione per le vittime.
Il gesto del marito, una mescolanza di rabbia, rancore e disperazione, è un monito per la società, un invito a non sottovalutare i segnali di allarme e a offrire sostegno a chi si trova in situazioni di pericolo.
L’uomo, ora detenuto in carcere a Pescara, è a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre la moglie, ancora scossa dall’accaduto, ha ricevuto assistenza psicologica e legale.
La vicenda si preannuncia complessa e dolorosa, con implicazioni legali e sociali di vasta portata, e con la speranza che possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza di genere.