La Marsica, cuore verde d’Abruzzo, è nuovamente teatro di una crisi ambientale.
Le fiamme, riaccese con insistenza nelle ultime ore a Pescina, dipingono di rosso un paesaggio già provato dal prolungato periodo di siccità e dal caldo eccezionale.
Un cocktail letale di temperature rovente e venti impetuosi sta alimentando un incendio che si estende rapidamente, creando fronti di avanzata inaspettati e complessi da gestire.
La situazione è particolarmente allarmante per la vicinanza dell’incendio all’impianto eolico di Collarmele, una struttura cruciale per la produzione di energia rinnovabile e un simbolo dell’impegno regionale verso la transizione energetica.
La minaccia per le pale eoliche non è meramente economica, ma incide direttamente sulla capacità del territorio di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Le operazioni di spegnimento, coordinate dalla Sala operativa regionale, vedono impegnati Vigili del Fuoco, squadre di Protezione Civile e volontari dell’Associazione Italiana Bombaardieri (AIB).
L’intervento dell’elicottero Erickson, un velivolo ad alta capacità di carico idrico, si rivela indispensabile per raggiungere aree impervie e difficilmente accessibili via terra, dove la presenza di vegetazione secca e di pendii ripidi ostacola le operazioni.
La creazione di “linee tagliafuoco” assume un ruolo strategico: non si tratta solo di arginare l’avanzata delle fiamme, ma di interrompere la catena di combustione, interrompendo la disponibilità di combustibile e creando barriere protettive per le aree più vulnerabili.
Questa azione preventiva è fondamentale per salvaguardare non solo l’impianto eolico, ma anche le preziose aree boschive circostanti, ecosistemi fragili e cruciali per la biodiversità e la regolazione idrogeologica del territorio.
L’incendio, oltre a rappresentare un’emergenza immediata, solleva interrogativi più ampi sulla gestione del rischio incendi in un contesto di cambiamenti climatici sempre più marcati.
L’aumento delle temperature, la diminuzione delle precipitazioni e l’intensificarsi degli eventi estremi rendono i territori montani come la Marsica particolarmente vulnerabili.
La prevenzione, con interventi di manutenzione del sottobosco e di sensibilizzazione della popolazione, e la preparazione, con l’addestramento di personale specializzato e la disponibilità di mezzi efficienti, si configurano come elementi imprescindibili per affrontare le sfide future e proteggere il patrimonio naturale e le infrastrutture critiche.
La resilienza del territorio dipenderà dalla capacità di integrare strategie di adattamento e mitigazione, promuovendo una gestione sostenibile delle risorse naturali e un modello di sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici.