Il prossimo agosto, l’alpinista abruzzese Ernesto Macera Mascitelli intraprenderà una nuova sfida, il suo secondo assalto al Manaslu (8.163 metri), imponente gigante himalayanese e custode di antiche leggende, una delle quattordici vette che superano l’ottomila.
L’avventura, annunciata nella cornice istituzionale del comune di Avezzano, dove il sindaco Giovanni Di Pangrazio ha simbolicamente affidato a Mascitelli il vessillo comunale – destinato a sventolare sulla cima, affiancandosi al tricolore – rappresenta un ritorno sulla scena di una montagna che lo aveva precedentemente respinto.
“Mi impegnerò con tutte le mie forze,” ha dichiarato l’alpinista, che partirà in solitaria dall’Italia per poi incontrare a Katmandu un esperto sherpa, compagno indispensabile per l’intera ascesa.
Il tentativo del 2024, interrotto da una violenta tormenta a 7.000 metri, non ha smorzato il suo spirito, anzi, ha rafforzato la sua determinazione.
“La montagna è un banco di prova che mette a dura prova il fisico e la mente; la sua grandezza si conquista con rispetto e perseveranza, e spesso concede una seconda opportunità a chi la affronta con umiltà.
”Il Manaslu, con le sue difficoltà tecniche accentuate oltre i 6.500 metri e l’alto rischio di valanghe, non è una vetta benigna.
Richiede una preparazione meticolosa, una profonda conoscenza dell’ambiente montano e una gestione impeccabile delle risorse, sia umane che materiali.
La sfida non si limita, tuttavia, alla conquista dell’elevazione.
Da anni, l’alpinismo di Macera Mascitelli si intreccia indissolubilmente con un progetto di solidarietà.
L’abruzzese, originario di Gioia dei Marsi e attualmente residente a Olbia, in Sardegna, ha compreso che la sua passione per le vette può e deve essere un motore di cambiamento positivo per le comunità che abitano le regioni montane.
Un impegno concreto si manifesta nella ricostruzione di una scuola elementare a Devitar, nel distretto di Katmandu, un villaggio devastato dal terremoto del 2015.
L’iniziativa mira a fornire un ambiente sicuro e stimolante per l’istruzione dei bambini nepalesi, offrendo loro l’opportunità di costruire un futuro migliore.
I fondi raccolti saranno destinati all’acquisto di materiale didattico, libri e abbigliamento adeguato per i giovani studenti.
“Conciliare l’alpinismo con la solidarietà è la mia visione personale,” afferma Mascitelli.
“È il mio modo di ripagare la generosità e l’accoglienza che ho ricevuto da quei luoghi e da quelle persone che mi hanno supportato lungo il percorso delle mie imprese.
Credo fermamente che il successo non si misuri solo in termini di conquista di una vetta, ma anche nella capacità di lasciare un’impronta positiva nel mondo.
” L’impresa del Manaslu diventa quindi un veicolo per un messaggio più ampio: quello di un alpinismo consapevole, responsabile e al servizio del prossimo.