L’esposizione ai gas di scarico dei motori diesel rappresenta un pericolo latente e concreto per la salute dei meccanici e di chi opera nel settore della riparazione auto.
Non si tratta di un rischio meramente professionale, ma di una minaccia sanitaria di primo livello, classificata come cancerogena certa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) attraverso la sua Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
Questi fumi, risultato inevitabile del funzionamento dei motori diesel, penetrano nelle vie respiratorie, agendo direttamente sul materiale genetico delle cellule, in particolare quelle della vescica, e aumentando significativamente il rischio di sviluppare tumori.
In risposta a questa grave situazione, la ASL Lanciano Vasto Chieti ha adottato un approccio proattivo e orientato alla prevenzione, spostando il focus dall’azione di vigilanza a un supporto diretto alle imprese.
Questo intervento si concretizza nell’attivazione del Piano Mirato di Prevenzione (PMP), un’iniziativa volta a identificare e mitigare i rischi prima che si manifestino effetti nocivi per la salute dei lavoratori.
Un incontro tecnico, tenutosi presso la palazzina Sebi a Chieti, ha coinvolto trenta aziende del settore autoriparazione.
Questo spazio di confronto non si è limitato a discussioni teoriche, ma ha mirato a tradurre le evidenze scientifiche in azioni concrete e applicabili sul campo.
La strategia della ASL, guidata dal direttore facente funzione del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL), Milena Rosa Monaco, si fonda sulla consapevolezza che una prevenzione efficace passa attraverso la responsabilizzazione delle aziende e la promozione di una cultura della sicurezza proattiva.
L’iniziativa prevede la distribuzione di un “kit di sopravvivenza” composto da materiale informativo e pratico, validato a livello regionale, e soprattutto da una scheda di autovalutazione tecnica dettagliata.
Questo strumento è concepito come una bussola per i datori di lavoro, invitati a individuare autonomamente le vulnerabilità nei propri sistemi di sicurezza e ad adottare misure correttive immediate.
L’obiettivo è chiaro: creare una finestra temporale di opportunità per la conformità volontaria, precedendo l’attivazione delle attività di controllo e vigilanza ispettiva previste dal Piano regionale 2021-2025.
Durante l’incontro, professionisti del settore medico e tecnico hanno illustrato i meccanismi biologici attraverso cui gli inquinanti diesel danneggiano la salute.
Oltre alla direzione del SPSAL, hanno partecipato i dirigenti medici Simona Pulini e Claudia Giurgola, che hanno esposto l’impatto clinico dei contaminanti atmosferici, affiancati da Matteo Quirino, esperto in sicurezza chimica (REACH), e Antonio Chiaverini.
L’ambizione è ridurre significativamente l’incidenza delle malattie professionali in un settore dove il pericolo, seppur invisibile, porta con sé conseguenze devastanti per la salute dei lavoratori, richiedendo un impegno collettivo e una profonda trasformazione delle pratiche lavorative.
La prevenzione non è solo un obbligo legale, ma un atto di responsabilità sociale e tutela del benessere dei lavoratori.






