La discussione odierna in Commissione Ambiente, presieduta da Emiliano Di Matteo (FI), non ha prodotto effetti giuridici innovativi, ma ha piuttosto cristallizzato un contrasto politico preesistente su un’opera infrastrutturale di rilevanza strategica, la cui realizzazione è stata a lungo condivisa da diverse amministrazioni regionali e nazionali. La votazione negativa da parte dei consiglieri di centrodestra, unitamente al sostegno delle opposizioni di centrosinistra, non modifica il percorso già intrapreso.Massimo Verrecchia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha sottolineato la necessità di tale opera per il Paese, evidenziando come la sua realizzazione risponda a un’urgenza nazionale che trascende i confini regionali. Il metanodotto SNAM Sulmona-Foligno non è primariamente un progetto per l’Abruzzo, bensì un elemento cruciale per la sicurezza energetica nazionale, un imperativo accentuato dalle recenti crisi geopolitiche, in particolare il conflitto in Ucraina, che hanno drammaticamente evidenziato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento energetico.La posizione assunta dal PD, riproponendo un dibattito che il Presidente Marsilio ha più volte e ufficialmente chiarito, non si pone in contrasto con un mero atto di iniziativa personale, bensì con una strategia regionale deliberata e condivisa. È fondamentale considerare che la realizzazione dell’infrastruttura è stata preceduta da un complesso iter autorizzativo, supportato da numerose sentenze positive e dall’avvio concreto dei lavori sul campo. Pertanto, qualsiasi tentativo di sospensione o inversione di rotta appare privo di fondamento giuridico e impraticabile.Piuttosto che concentrarsi su rivendicazioni pretestuose e controproducenti, l’attenzione dovrebbe ora spostarsi verso la definizione di misure compensative adeguate per il territorio interessato. Questo implica un impegno concreto per mitigare l’impatto ambientale e sociale dell’opera, promuovendo lo sviluppo sostenibile delle aree coinvolte e garantendo un effettivo coinvolgimento delle comunità locali nel processo decisionale. L’obiettivo ultimo dovrebbe essere quello di trasformare un’opera infrastrutturale potenzialmente impattante in un motore di crescita e prosperità per l’intera regione, valorizzando le opportunità che essa può generare in termini di occupazione, innovazione e sviluppo economico. La discussione non deve quindi essere intesa come una battaglia ideologica, ma come un’opportunità per costruire un futuro energetico più sicuro e sostenibile per l’Abruzzo e per l’Italia.
Metanodotto Sulmona-Foligno: Scontro Politico e Urgenza Energetica
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