venerdì 5 Settembre 2025
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Miracolo di vita: aneurisma, parto e speranza all’Aquila

La vicenda umana che si è appena conclusa all’ospedale San Salvatore dell’Aquila rappresenta un’eccezionale testimonianza di resilienza medica e di come la collaborazione multidisciplinare possa fare la differenza tra la tragedia e la speranza.

La paziente, una donna di 40 anni, ha affrontato una crisi neurologica acutissima, un aneurisma cerebrale di grandi dimensioni che si è rotto durante la venticinquesima settimana di gravidanza, un periodo delicato in cui la sopravvivenza sia della madre che del feto era gravemente compromessa.

L’evento scatenante, una cefalea improvvisa e lancinante, ha portato la donna a presentarsi al nosocomio di Teramo, dove era già in cura per una storia di aborti spontanei ripetuti, un indicatore di fragilità uterina che rendeva l’intera situazione ancora più complessa.
La diagnosi, confermata con urgenza, imponeva una decisione straziante: il parto cesareo era l’unica via per ridurre il rischio di emorragia cerebrale devastante per la madre e, potenzialmente, per il feto.
La complessità del caso richiedeva una competenza specialistica che solo l’ospedale regionale dell’Aquila, e in particolare la Terapia Intensiva Neonatale (TIN), poteva offrire.
Il trasferimento d’urgenza è stato un momento cruciale, eseguito con la massima celerità pur nella precarietà clinica della paziente, cosciente ma costantemente al limite di un collasso emorragico.

La decisione di procedere con il parto è stata il risultato di un’intensa discussione e di una valutazione congiunta di un team multidisciplinare d’eccellenza.
Radiologi interventisti come Aldo Victor Giordano e Sergio Carducci, il neurochirurgo Alessandro Ricci, i ginecologi Gabriele Iagnemma e Sonia Paleri, la neonatologa Arianna Mareri e l’anestesista Emilia Barattelli hanno collaborato attivamente, mettendo in gioco le proprie competenze per trovare il miglior compromesso possibile.
Questa sinergia, un esempio di gestione integrata del paziente, ha permesso di affrontare una situazione altrimenti ingestibile.
La nascita prematura ha richiesto l’immediato affidamento della neonata alla TIN, diretta dalla dottoressa Sandra Di Fabio, un ambiente altamente specializzato in grado di fornire cure intensive e supporto vitale per neonati a rischio.
I prossimi mesi saranno cruciali per la ripresa definitiva della piccola, un percorso delicato che richiederà monitoraggio costante e interventi mirati.

Parallelamente, l’intervento neurochirurgico alla madre, subito dopo il parto, si è rivelato essenziale per stabilizzare la situazione e prevenire ulteriori complicazioni.

La paziente, pur restando sotto stretta sorveglianza medica, sta mostrando segni di miglioramento, un esito incoraggiante che testimonia l’efficacia delle cure fornite.
Questa vicenda non è solo una storia di successo medico, ma anche un potente messaggio di speranza e di umanità, che celebra il valore della collaborazione, della competenza e dell’impegno di professionisti sanitari che, giorno dopo giorno, si dedicano a salvare vite umane.

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