La drammatica escalation di fiamme che ha insanguinato il Monte Salviano, a est di Avezzano, è stata contenuta all’alba di oggi, dopo ore di lotta incessante contro un rogo di vaste proporzioni.
L’incendio, le cui origini sono ancora oggetto di indagine e che si è propagato dal crocevia tra Cese e Capistrello, ha lasciato dietro di sé un paesaggio segnato dalla devastazione, con significative perdite di preziose pinete, elemento chiave dell’ecosistema montano.
La reazione della macchina operativa di soccorso è stata rapida ed efficace, mobilitando un dispositivo coordinato di Vigili del Fuoco provenienti dalle caserme di Avezzano, L’Aquila e Carsoli, coadiuvati dagli specialisti della Protezione Civile.
Le operazioni di spegnimento, protrattesi per tutta la notte, hanno visto l’impiego di risorse umane e tecniche ingenti, supportate dall’unità elicotteristica regionale, cruciale per il monitoraggio aereo e il supporto alle squadre a terra in aree impervie.
“La priorità è stata e rimane la sicurezza delle persone e la salvaguardia del territorio,” ha affermato il consigliere comunale Maurizio Seritti, delegato alla Protezione Civile, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le diverse componenti della risposta all’emergenza.
“Il tempestivo intervento e la sinergia dimostrata hanno permesso di evitare conseguenze ben più gravi.
Ora inizierà una fase cruciale: la valutazione dei danni e la pianificazione delle attività di ripristino ambientale.
”La gravità dell’evento è stata ulteriormente sottolineata dalla presenza sul campo dell’assessore delegato alla Riserva del Salviano, Alessandro Pierleoni, e del dirigente del Settore Ambiente, Roberto Laurenzi, insieme a funzionari comunali.
Questo segnale testimonia l’attenzione e la sensibilità dell’amministrazione locale verso un evento che ha colpito un luogo di profondo significato naturalistico e identitario per la comunità avezzanese.
Il Monte Salviano, con la sua ricca biodiversità e le sue pinete secolari, rappresenta un patrimonio inestimabile.
L’incendio, oltre ai danni economici diretti, ha inferto un duro colpo alla fragilità ecologica dell’area, rendendo cruciale un intervento di ripristino mirato, che tenga conto non solo della riforestazione, ma anche della prevenzione futura, attraverso una gestione più attenta del territorio e un rafforzamento dei sistemi di monitoraggio e sorveglianza.
L’accaduto pone l’urgenza di una riflessione più ampia sui cambiamenti climatici, l’aumento del rischio incendi e la necessità di una cultura della prevenzione condivisa, che coinvolga cittadini, istituzioni e operatori del settore.