Nell’era digitale, dove la comunicazione si propaga a velocità inaudita e la tecnologia permea ogni aspetto della vita, l’enfasi sull’autenticità emerge come un imperativo morale e sociale.
Questa riflessione, ribadita con forza dal membro del consiglio di amministrazione dell’INPS, Antonio Di Matteo, durante il convegno “Sosteniamo la speranza”, in presenza di figure di spicco come il Cardinale Matteo Zuppi e Monsignor Vincenzo Paglia, trascende la mera retorica per illuminare una sfida cruciale per il futuro del nostro Paese.
Il focus del dibattito si è concentrato sulla condizione dei Neet – Not in Education, Employment or Training – un dato demografico allarmante che in Italia supera il milione di giovani, un capitale umano sprecato che rischia di compromettere il tessuto sociale ed economico.
La risposta dell’INPS, lungi da essere un intervento paternalistico, si configura come un approccio innovativo e personalizzato, che fa leva sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale per offrire percorsi formativi e opportunità lavorative su misura.
Questo non significa semplicemente fornire strumenti, ma soprattutto coltivare un senso di responsabilità e di appartenenza, contrastando il cinismo e gli stereotipi che spesso alimentano la disillusione e l’esclusione.
L’intervento di Di Matteo ha richiamato con forza il messaggio di Papa Leone XIV, rivolto al milione di giovani convenuti per il Giubileo, un appello alla speranza e alla costruzione di un futuro basato su valori condivisi e sull’inclusione.
La sfida è quella di risvegliare un’energia positiva, di creare una comunità in cui ogni giovane possa sentirsi accolto e valorizzato, riconoscendo in sé stesso il potenziale per contribuire attivamente al progresso collettivo.
In quest’ottica, la piattaforma Siisl, promossa dal Ministro Marina Calderone, si presenta come uno strumento utile per favorire l’inclusione sociale e lavorativa, garantendo trasparenza e tutelando i diritti fondamentali.
La campagna informativa che accompagna l’iniziativa mira a sensibilizzare i giovani, fornendo loro informazioni chiare e accessibili sui propri diritti e sull’importanza della legalità come fondamento di una società giusta e equa.
Si tratta di un impegno complesso, che richiede un cambio di paradigma, un superamento di approcci tradizionali e una capacità di ascolto e di dialogo che coinvolga tutti gli attori sociali.
La tecnologia, da sola, non può risolvere i problemi; è la combinazione di innovazione, etica e umanità che può generare un cambiamento reale e duraturo, offrendo ai giovani le opportunità e il sostegno necessari per costruire un futuro di speranza e di prosperità.
La vera sfida, quindi, non è solo quella di inserire i Neet nel mondo del lavoro, ma di restituire loro il senso di possibilità, di fiducia in sé stessi e nel futuro.