La persistente convivenza tra l’uomo e l’orso marsicano lungo la Strada Statale 17 rappresenta una drammatica emergenza ecologica e un grave problema di sicurezza pubblica, che continua a generare perdite di vite animali e a esporre a rischio l’incolumità dei cittadini. L’avvistamento recente di un’orsa con i suoi cuccioli a Roccaraso, a brevissima distanza dalla SS17, arteria tristemente nota per aver già causato la morte di numerosi esemplari, tra cui l’orsa Carrito, testimonia l’urgente necessità di interventi mirati e strutturali. La presenza di altri individui nella stessa area aggrava ulteriormente la situazione.Le attuali misure di mitigazione, limitate a pochi tratti e realizzate in maniera superficiale, non rispettano gli standard internazionali di efficacia, che prevedono una progettazione precisa dell’altezza delle reti, la presenza di “paragatto” per impedire lo scavo, e una loro corretta annegamento nel terreno. La mancanza di un approccio sistematico e coerente lungo l’intero tracciato rende gli interventi insufficienti a garantire la sicurezza di orsi e altri animali selvatici, come i cervi, frequentemente coinvolti in incidenti stradali.La morte di Carrito, evento ampiamente riprodotto dai media a livello globale, avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta, un campanello d’allarme per le istituzioni, primariamente la Regione Abruzzo, responsabile della gestione faunistica secondo la consolidata giurisprudenza. Tuttavia, a distanza di tempo, l’inerzia delle autorità permane, evidenziando una lacuna di responsabilità e una carenza di visione strategica.È necessario, a nostro avviso, un ripensamento radicale dell’approccio, che veda anche Anas – in virtù delle sue competenze e responsabilità – attivamente coinvolta nella realizzazione di barriere fisiche e sistemi di controllo adatti a prevenire gli incidenti. La comunicazione formale inviata a tutti gli enti nel settembre 2023, rimasta inascoltata, denota un profondo divario tra le segnalazioni degli esperti e l’azione concreta delle istituzioni.L’Abruzzo, così come il resto del mondo, si trova in una situazione di marcata arretratezza rispetto ad altre nazioni, europee e non, che investono risorse significative nella costruzione di ecodotti, nell’installazione di rallentatori e nell’implementazione di altre soluzioni innovative per ridurre il rischio di collisioni tra fauna selvatica e veicoli. L’Italia, in particolare, deve recuperare terreno, adottando le migliori pratiche internazionali e adattandole al contesto locale.La presentazione di un esposto agli enti competenti e ai Carabinieri Forestali, con la speranza che non si trasformi in una denuncia alla Procura, è un atto di responsabilità civile, volto a sensibilizzare le istituzioni e a sollecitare un intervento tempestivo. Il tragico epilogo dei due cuccioli annegati nel laghetto di Scanno, un evento che ha scosso l’opinione pubblica, non deve ripetersi, e la prevenzione è l’unica arma efficace per evitare ulteriori perdite di vite animali e garantire la sicurezza dei cittadini. La tutela dell’orso marsicano e la salvaguardia della biodiversità abruzzese sono imperativi etici e legali che richiedono un impegno concreto e duraturo da parte di tutti gli attori coinvolti.
Orso marsicano: emergenza sicurezza e biodiversità a rischio
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