Un’eco di storia e identità risuona tra le montagne dell’Abruzzo e le pianure del Kentucky: Palazzo Di Rienzo, icona di Scanno e testimone tangibile della sua nobile passato, ha trovato un suo riflesso oltre l’oceano.
L’iniziativa, nata dall’affetto e dalla memoria di Phil Tarullo, imprenditore italoamericano, si configura come un ponte culturale tra due mondi, un omaggio vibrante alle radici familiari e un gesto di profonda gratitudine verso i nonni emigrati.
Tarullo, CEO dell’azienda Versa Designed Surfaces, ha commissionato all’architetto di fiducia a Louisville la riproduzione fedele della facciata dell’edificio che un tempo fu dimora dei suoi antenati.
Non si trattò semplicemente di una copia estetica, ma di una trasposizione simbolica, un tentativo di materializzare il senso di appartenenza e la continuità generazionale.
L’architettura, con le sue imponenti colonne di marmo e il portone intarsiato, non è solo un elemento strutturale, ma una dichiarazione d’amore per la terra natale e per la storia che vi è radicata.
Il racconto, condiviso recentemente in occasione del matrimonio della figlia Elena, si intreccia con una celebrazione del patrimonio culturale scannese.
Elena, con la scelta del tradizionale abito da sposa, ha voluto incarnare l’eredità di una comunità che custodisce gelosamente le proprie tradizioni.
L’abito, un insieme prezioso di sete bianche, mantere ricamate e merletti tombolo, rappresenta un viaggio nel tempo, un’immersione nell’artigianato e nella sapienza delle antenate.
Il matrimonio, celebrato proprio a Scanno, si è trasformato in un evento carico di significato.
Un tour fotografico tra gli scorci immortalati da Cartier-Bresson e Giacomelli ha portato la coppia a riscoprire il borgo attraverso gli occhi di un visitatore emozionato.
La sosta davanti alle case dei nonni, seguita da una festa multiculturale, ha fuso le sonorità della musica scannese con i ritmi classici americani, creando un’atmosfera di festa universale.
Il gesto di Elena, particolarmente toccante in un momento storico segnato dalla scomparsa di un’ultima custode dell’abito tradizionale, ha risvegliato un profondo sentimento di orgoglio e appartenenza nella comunità.
La sua presenza, proveniente dall’America, ha reso palpabile il legame indissolubile tra generazioni e continenti, un filo conduttore che resiste alle distanze e al tempo.
La celebrazione si conclude con un viaggio in Bosnia, terra di origine del marito Mirza, ampliando ulteriormente il percorso di riscoperta delle radici e rafforzando il significato di un’unione che abbraccia culture e mondi diversi.
Un esempio potente di come l’identità culturale possa trascendere i confini geografici, mantenendo viva la memoria di un passato ricco di storia e di valori.