La seduta del Consiglio Comunale di Pescara si è trasformata in un confronto acceso, culminato nel rinvio del voto cruciale riguardante la cessione delle reti del gas comunali.
Un evento che ha messo a galla profonde fratture politiche e sollevato interrogativi sulla legittimità del processo decisionale in atto.
L’opposizione, guidata dal consigliere Marco Presutti (Partito Democratico) e con la partecipazione attiva del gruppo Pettinari, ha contestato con veemenza l’operazione, definendola non solo antieconomica, ma anche un atto di irresponsabilità politica.
La drammaticità della situazione è stata amplificata dall’azione eclatante del gruppo Pettinari, che ha espresso il proprio dissenso attraverso uno striscione e un gesto simbolico di auto-ammanettamento, testimoniando una frustrazione profonda di fronte a ciò che percepiscono come una forzatura della maggioranza.
Presutti ha denunciato una rottura con i principi democratici, sottolineando come la gestione di un bene strategico di tale importanza venga perseguita con una presunzione che contrasta nettamente con la delicata posizione in cui si trova l’amministrazione comunale, gravata dalla minaccia di uno scioglimento per decisione del Consiglio di Stato.
La gestione del bene appare quindi viziata da una dinamica di potere e non da una valutazione ponderata e trasparente.
Il consigliere ha inoltre sollevato il tema del bavaglio all’opposizione, lamentando l’impossibilità di presentare emendamenti che potrebbero mitigare gli effetti negativi dell’operazione, un atto che, a suo dire, verrà segnalato in ogni foro legale.
La denuncia non riguarda solo la forma del processo, ma anche il contenuto, implicando che la decisione finale sia predeterminata e impermeabile al confronto.
Il gruppo Pettinari ha spiegato che la protesta è stata resa necessaria dal rifiuto della maggioranza a concedere un momento di riflessione approfondita.
La “tagliola” sugli emendamenti presentati, giudicati arbitrariamente inammissibili dal Presidente del Consiglio, ha alimentato la sensazione di un’imposizione unilaterale.
I consiglieri civici hanno argomentato che la vendita delle reti del gas significherebbe una perdita irreparabile per il Comune, svuotandolo di un asset fondamentale per lo sviluppo economico e la sicurezza energetica del territorio.
La denuncia è andata oltre, rivelando come la delibera, nella sua formulazione attuale, possa presentare vizi di legittimità tali da renderla impugnabile con alta probabilità di annullamento.
Si tratta di un rischio finanziario e legale di portata significativa, che la maggioranza sembra sottovalutare.
La decisione di rinviare il voto è stata accolta come una parziale vittoria, ma l’impegno per la salvaguardia del patrimonio comunale resta saldo.
I consiglieri si apprestano a ripresentare le proprie istanze nella seduta successiva, con l’obiettivo di scongiurare una cessione ritenuta lesiva degli interessi dei cittadini pescaresi e di garantire una gestione responsabile e partecipata del bene pubblico.
L’intera vicenda solleva interrogativi cruciali sulla trasparenza e la legittimità delle decisioni che riguardano il futuro della comunità.






