La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) che ha determinato l’annullamento dell’esito elettorale a Pescara solleva questioni di fondamentale importanza per il futuro della democrazia italiana. Il sindaco Carlo Masci, in risposta alla decisione, ha immediatamente espresso il suo dissenso e ha annunciato un ricorso al Consiglio di Stato, auspicando che venga riconosciuta la prevalenza della volontà popolare rispetto a irregolarità formali riscontrate nell’amministrazione del voto.La decisione del TAR, secondo Masci, si traduce in una drammatica inversione di prospettiva, dove la corretta espressione del voto da parte dei cittadini, verificata e confermata da un accurato riconteggio che ha attestato una vittoria netta al primo turno – con un ampio margine di 494 voti superiore alla soglia del 50% e una prevalenza in 163 sezioni su 170, corrispondenti a quasi il 95% del totale – viene eclissata da presunte irregolarità procedurali.L’amministrazione del voto, pur inevitabilmente soggetta a imperfezioni e possibili errori umani da parte dei presidenti di seggio, non dovrebbe mai poter inficiare la validità dell’espressione democratica. L’amplificazione di “meri errori di verbalizzazione”, considerati dal TAR elementi sostanziali e “dirimenti”, configura un pericoloso precedente. Si rischia di privilegiare una tecnicità burocratica a scapito della reale volontà espressa dagli elettori. La preoccupazione del sindaco Masci è che una simile interpretazione apra la strada a una revisione retroattiva e generalizzata di tutte le elezioni italiane. Se la validità di un voto dovesse dipendere esclusivamente dall’assenza di errori, seppur minimi, da parte dei presidenti di seggio – figure umane, destinate ad essere fallibili – allora ogni scrutinio diventerebbe suscettibile di contestazione e annullamento.Questo non solo minerebbe la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma paralizzerebbe il processo democratico stesso. La legalità formale, pur essenziale, non può mai sostituirsi alla sostanza: la volontà popolare, espressa liberamente e regolarmente, deve rimanere il pilastro fondamentale della legittimità di ogni elezione. Il ricorso al Consiglio di Stato rappresenta, in questo contesto, un atto di difesa di un principio democratico cruciale. Nel frattempo, il sindaco continuerà a svolgere le sue funzioni, focalizzandosi sugli atti amministrativi essenziali e urgenti, in attesa di una decisione che possa ristabilire la serenità e la fiducia nel processo elettorale.
Pescara, Tar annulla l’elezione: Masci ricorre al Consiglio di Stato
Pubblicato il
