Il rituale si ripete con cadenza semestrale, un momento di attesa febbrile per il piano di potenziamento delle specialità della Polizia di Stato a livello provinciale. La promessa di risorse aggiuntive si scontra però con l’ineluttabile matematica dei pensionamenti, generando un bilancio che, inevitabilmente, assume i connotati di un resoconto di guerra. Le organizzazioni sindacali Siulp e Fsp di Pescara sollevano l’allarme: la forza di polizia, nonostante una percepita riduzione numerica, si rivela sempre più cruciale, ma rischia il collasso sotto il peso di un impegno costante, alimentato da un ricorso eccessivo agli straordinari. Questa dinamica insostenibile, avvertono i sindacati, rischia di innescare un punto di arresto, un blocco operativo dalle conseguenze imprevedibili.Le recenti indiscrezioni riguardanti l’assegnazione di otto nuovi operatori e quattordici unità aggiuntive per il periodo estivo sono accolte con una sarcastica apprensione. Questo temporaneo rinforzo si rivela un mero palliativo, un miraggio destinato a svanire di fronte all’ondata di pensionamenti prevista per il 2025, quando si stima la perdita di circa quaranta unità. Si tenta di etichettare questo deficit strutturale come “saldo negativo” o, con un eufemismo inquietante, “progettualità”, ricorrendo a concetti astratti come “fungibilità” e “visione” per giustificare una realtà impensabile: la riduzione progressiva della capacità operativa.L’analogia con la gestione della febbre, come strumento per apprezzare la salute, rivela l’ironia amara che permea la situazione. È come celebrare la fragilità della forza di polizia con proclami di efficienza e innovazione.L’analisi minuziosa, reparto per reparto, settore per settore, svela un quadro desolante di criticità e carenze. Si raccontano vicende surreali, quasi tragicomiche, che testimoniano la progressiva erosione della capacità di risposta. In provincia, uffici con competenze regionali, un tempo centri nevralgici, hanno subito una drastica riduzione, dimezzando il proprio personale. Altri, considerati “meno strategici”, hanno visto ridursi la propria organico del 50-60%. Ma l’elemento più emblematico è la cronica assenza di dirigenti e funzionari, figure chiave che sembrano appartenere a un’altra epoca, a un mondo ideale. Il caso più eclatante è quello del dirigente del Compartimento della Sicurezza Cibernetica, assente dal 1° maggio 2025, una latitanza inspiegabile che solleva interrogativi inquietanti: una dimenticanza colossale, una provocazione deliberata, oppure l’espressione di un nuovo, distorto algoritmo ministeriale che prevede “assenze distribuite” come parte di una strategia di efficientamento a spese del personale? La conseguenza inevitabile di questo vuoto di potere è un continuo esodo verso il pensionamento, senza alcuna prospettiva di sostituzione, consolidando un circolo vizioso che mette a repentaglio la sicurezza e l’efficienza del servizio pubblico. Il personale, intanto, continua a esaurirsi, silenziosamente, in una spirale di straordinari e disimpegni che minaccia di compromettere l’intero sistema.
Polizia sotto pressione: allarme sindacale e rischio collasso.
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