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Ragazzo colpito da fulmine: primo risveglio dal coma al Bambino Gesù

Il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha compiuto un passo significativo nel percorso di recupero di un quindici anni, vittima di un fulmine a Crognaleto, in Abruzzo.

L’evento, avvenuto domenica pomeriggio, aveva inizialmente richiesto l’induzione di un coma farmacologico per stabilizzare le condizioni del giovane, gravemente compromesse.

La decisione di “risvegliare” il paziente dal coma, operazione delicatissima e attentamente pianificata, rappresenta un segnale incoraggiante.

Questo processo, tecnicamente complesso, mira a valutare la funzionalità cerebrale e a consentire al corpo di riprendere gradualmente le proprie funzioni vitali, in un contesto strettamente monitorato.

Il coma farmacologico, sebbene essenziale per la sopravvivenza in situazioni critiche come questa, sopprime temporaneamente la coscienza e necessita di una graduale e controllata interruzione.

L’équipe medica, guidata da specialisti in rianimazione pediatrica e neurologia, sta procedendo con estrema cautela, consapevole della complessità del quadro clinico.
I danni causati da una scarica elettrica di tale intensità possono essere molteplici e riguardare non solo il sistema nervoso centrale, ma anche organi interni e tessuti.

La valutazione neurologica, in particolare, è cruciale per accertare l’eventuale presenza di deficit cognitivi, motori o sensoriali che potrebbero richiedere terapie riabilitative specifiche e prolungate.

La prognosi, al momento, rimane riservata, termine che esprime la necessità di un’attenta osservazione e di ulteriori accertamenti.
Il recupero da un trauma di questa portata è un processo lungo e imprevedibile, che dipende da una serie di fattori, tra cui la rapidità dell’intervento medico, la gravità dei danni subiti e la risposta individuale del paziente.
L’episodio solleva anche interrogativi sulla fisiopatologia dell’effetto dei fulmini sull’organismo umano.

La corrente elettrica, attraversando il corpo, può generare un’intensa produzione di calore, lesioni cellulari e alterazioni elettrolitiche.

L’azione dei fulmini sul sistema nervoso è particolarmente insidiosa, potendo causare danni permanenti a livello corticale e sottocorticale.
La vicenda umana di questo giovane, oltre ad essere un evento medico di notevole interesse, sottolinea l’importanza della prevenzione e della conoscenza dei rischi legati ai fenomeni atmosferici estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

La consapevolezza e l’adozione di comportamenti adeguati possono fare la differenza tra la tragedia e la possibilità di un futuro.
La comunità intera si stringe attorno al ragazzo e alla sua famiglia, augurando un rapido e completo recupero.

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