Ricerca al Gran Sasso: sparito escursionista polacco, condizioni meteo avverse.

La ricerca di Karol Brozek, un uomo di 44 anni di nazionalità polacca, si protrae sul massiccio granitico del Gran Sasso, un palcoscenico alpino notoriamente severo e imprevedibile.
L’impegno congiunto, orchestrato dalla Prefettura dell’Aquila, coinvolge un ampio spettro di risorse specializzate: i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) Abruzzo, il Sistema Aeromobile Guardia di Finanza (SAGF), i Vigili del Fuoco e altre unità operative dedicate.

La complessità dell’operazione è acutamente aggravata dalla presenza di un manto nevoso che ricopre i versanti, combinata con un’instabilità meteorologica che si manifesta con rapide e inattese variazioni.
Le prime ore di ricerca si sono concentrate sull’esplorazione dei sentieri più battuti e delle zone esposte, un approccio volto a massimizzare le probabilità di un rapido ritrovamento.
Nelle successive fasi, sono stati impiegati sorvoli aerei con l’elicottero di Eliabruzzo, supportati dall’utilizzo del dispositivo Recco, una tecnologia di localizzazione passiva che riflette un segnale radio.

Questi interventi aerei hanno permesso di ispezionare canaloni stretti e pendii impervi, altrimenti inaccessibili via terra, senza tuttavia fornire elementi positivi.
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda l’analisi dei dati relativi ai dispositivi di localizzazione applicati ai cani che accompagnavano l’escursionista.
L’indagine ha rivelato che gli abbonamenti associati all’account dell’uomo erano scaduti, privando i dispositivi di qualsiasi capacità di trasmissione dati.
L’ultima localizzazione registrata risale al periodo 2023-2024, un dettaglio che suggerisce una potenziale anomalia nell’uso o nella manutenzione di tali strumenti.
La persistenza di forti venti, la fitta nebbia e l’elevato rischio di valanghe continuano a ostacolare l’impiego dei mezzi aerei e a rendere difficoltoso l’accesso alle zone più impervie.
Attualmente, le squadre del Cnsas, equipaggiate con sci d’alpinismo e attrezzature specifiche per l’ambiente alpino, stanno intensificando le ricerche nell’area della Scindarella, un settore caratterizzato da morfologia complessa e potenziali zone di rifugio.
Il Cnsas Abruzzo ribadisce il proprio impegno a continuare le operazioni di ricerca per il tempo necessario, animato dalla speranza di un esito positivo e consapevole delle sfide che l’ambiente montano impone.
Questa ricerca sottolinea la vulnerabilità umana di fronte alla potenza della natura e l’importanza della preparazione, dell’equipaggiamento adeguato e della consapevolezza dei rischi quando ci si avventura in ambienti alpini.

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