Venticinque giorni sono trascorsi dalla sparizione di Karol Brozek, un alpinista polacco di 44 anni, inghiottito dall’imponente maestosità del Gran Sasso.
La sua scomparsa ha scatenato un’operazione di ricerca complessa e ostinata, orchestrata dalla Prefettura dell’Aquila e che vede coinvolte numerose squadre specializzate: Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo (Cnsas), Soccorso Alpino Guardia di Finanza (Sagf) e Vigili del Fuoco dell’Aquila.
Le condizioni meteorologiche, spesso avverse, hanno imposto pause nelle attività, interrompendo il lavoro incessante che anima le vette.
L’ultima immagine documentata di Brozek, ripresa dalle telecamere di sorveglianza dell’Osservatorio di Campo Imperatore, lo mostra alle 8:15 del 19 novembre, mentre si allontana dal camper, accompagnato dai suoi fedeli compagni a quattro zampe, Kraken e Pirat.
L’area del Corno Grande, una vetta che si erge a 2.912 metri di altitudine, è il fulcro delle ricerche, un territorio impervio dove sabato e domenica si è reso necessario l’intervento dell’elicottero regionale del 118 e di unità Cnsas altamente addestrate, operanti in condizioni estreme.
Le operazioni sono supportate da una logistica complessa: corde fisse, ancorate fino a 350 metri di dislivello, permettono di affrontare pareti verticali lungo la Direttissima e nel canale Moriggia-Acitelli, mentre sistemi Recco e sonde da valanga, strumenti essenziali per la localizzazione in ambienti innevati, scandagliano le aree dove l’orologio Garmin di Brozek ha trasmesso gli ultimi segnali di tracciamento, situati tra i 2.700 e i 2.800 metri.
L’accumulo di neve, spesso superiore ai tre metri, e l’aumento del rischio valanghe, accentuato dalle temperature in risalita, rendono ogni movimento un atto di equilibrio tra speranza e prudenza.
La recente riapertura della funivia Fonte Cerreto-Campo Imperatore ha inoltre consentito un impiego più efficiente dei droni, offrendo una prospettiva aerea preziosa.
Accanto all’impegno delle squadre di soccorso italiane, Renata Sarzewicz, militare polacca e amica intima della famiglia Brozek, ha raggiunto il Gran Sasso.
La sua presenza ha offerto un supporto cruciale, fungendo da ponte tra le autorità e i parenti in attesa di notizie.
Sarzewicz ha espresso profonda gratitudine per la competenza, la professionalità e la dedizione dimostrata dal personale di soccorso, riconoscendo l’impegno costante dei tecnici e dei volontari che operano instancabilmente sulle pendici del massiccio.
Le indagini, inizialmente coordinate dal Commissariato dell’Aquila, sono ora sotto la responsabilità dei Carabinieri di Assergi, i quali stanno esaminando ogni elemento per ricostruire l’accaduto e fare luce sulla scomparsa dell’alpinista polacco.
La ricerca continua, alimentata dalla speranza e sostenuta da un’incessante attività di ricerca e soccorso.






