Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti ha inferto un duro colpo a un complesso sistema di frode fiscale e lavorativa, con un’operazione che ha portato al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro. L’indagine, denominata ‘Mattatoio’, ha messo sotto accusa tre individui, un residente in Abruzzo e due provenienti dalla Campania, sospettati di aver orchestrato un sofisticato meccanismo di elusione fiscale attraverso la creazione e la presentazione di fatture per operazioni inesistenti.L’attività investigativa, sviluppata dalla Compagnia di Lanciano sotto la direzione del capitano Domenico Siravo e coordinata dalla sostituto procuratore della Repubblica Miriana Greco, ha approfondito un fenomeno strutturale: la somministrazione illecita di manodopera, spesso mascherata da contratti d’appalto fittizi. L’indagine ha svelato come un’azienda operante nel settore della macellazione e del commercio di carni, con un’apparente regolarità operativa, fosse in realtà il fulcro di un sistema fraudolento.L’azienda, beneficiando di un rapporto con una cooperativa e due società a responsabilità limitata, ha sistematicamente generato fatture false per giustificare costi di manodopera inesistenti. Questo artificio ha permesso di sottrarre ingenti somme al fisco, sfruttando un vuoto normativo e una collusione tra i diversi attori coinvolti. In realtà, la gestione e l’impiego del personale erano interamente gestiti dall’impresa committente, il che solleva interrogativi sulla reale natura dei rapporti di lavoro e sulla possibile presenza di dinamiche di sfruttamento.Le società fornitrici di manodopera, oltre a partecipare attivamente alla creazione del sistema fraudolento, hanno aggravato la situazione omettendo sistematicamente adempimenti fiscali e contributivi per un ammontare stimato in circa cinque milioni di euro. Questo indica una mancanza di controlli interni e una connivenza generalizzata, che ha permesso di perpetrare le frodi per un periodo prolungato.L’esecuzione dell’operazione ha visto il sequestro di un ampio ventaglio di beni, tra cui immobili, terreni, conti correnti, quote societarie e strumenti finanziari, fino al valore di 3.359.513,09 euro. Il Gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, ha disposto il provvedimento d’urgenza, ritenendo la necessità di tutelare il patrimonio dello Stato e impedire agli indagati di dissimulare i proventi illeciti. Il sequestro è direttamente collegato all’illegittima detrazione di IVA e al risparmio d’imposta derivanti dall’utilizzo di fatture false, evidenziando la complessità e l’impatto finanziario delle attività criminali.Il colonnello Michele Iadarola, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, sottolinea come l’azione sia parte integrante di un impegno più ampio nel contrasto alle frodi fiscali, con particolare attenzione ai fenomeni di somministrazione illecita di manodopera, spesso associati a gravi violazioni dei diritti dei lavoratori e a forme di sfruttamento. L’operazione ‘Mattatoio’ rappresenta un segnale forte in questo senso, dimostrando la determinazione delle forze dell’ordine a proteggere l’economia legale e a garantire il rispetto delle normative fiscali e del lavoro.
Sequestro da 3 milioni: Finanza smantella frode nel Mattatoio
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