La tragica scoperta di due cuccioli di orso marsicano annegati nell’invaso di Scanno, un evento che squarcia il delicato tessuto della biodiversità appenninica, ha innescato un monito urgente lanciato con forza da Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines. Questa imprevisto, purtroppo non isolato, espone una vulnerabilità strutturale che affligge numerosi bacini artificiali distribuiti sul territorio abruzzese, mettendo a serio rischio la sopravvivenza di specie iconiche e la stabilità di un ecosistema fragile.Le indagini condotte dal personale e dai volontari delle due associazioni hanno rivelato una situazione allarmante e ripetitiva. Oltre agli invasi destinati al turismo, come quelli presenti nelle zone sciistiche di Ovindoli e Campo Felice, anche le infrastrutture agricole di Pescina, Tornimparte e Rocca di Botte si sono rivelate collegate a potenziali trappole mortali per la fauna selvatica. L’identificazione di habitat critici non si limita a bacini destinati all’attività umana; la persistenza di elevati livelli di pericolo sottolinea una lacuna nella gestione ambientale che impatta indiscriminatamente su tutta la fauna locale.Il caso di Rivisondoli, con il ritrovamento dei corpi senza vita di due gatti domestici e un mustelide, offre una drammatica fotografia della situazione. Questi eventi, spesso ignorati o sottovalutati, testimoniano l’impatto devastante di strutture non adeguate e prive di misure di sicurezza basilari. La mancanza di recinzioni efficaci, l’inadeguatezza delle scale di risalita e l’assenza di piani di prevenzione costituiscono una combinazione letale per animali selvatici, spesso impreparati ad affrontare le insidie create dall’intervento antropico. Il rapporto dettagliato, redatto con precisione tecnica e corredato di indicazioni specifiche per la mitigazione del rischio, è stato trasmesso ai Comuni, ai Carabinieri Forestali, al comitato Via della Regione Abruzzo e sarà oggetto di discussione nella prossima riunione dell’Autorità di Gestione del Patom presso il Ministero dell’Ambiente, in data 10 giugno. Questo documento non si limita a segnalare il problema, ma offre soluzioni concrete e misurabili per migliorare la sicurezza dei bacini artificiali.Le associazioni ribadiscono con fermezza che l’inerzia non è più un’opzione percorribile. Ogni incidente futuro sarà direttamente attribuibile alla negligenza degli enti responsabili. È fondamentale comprendere che la salvaguardia della fauna selvatica non è solo un imperativo etico, ma anche un dovere legale e un investimento nel futuro della biodiversità appenninica. Nonostante le criticità riscontrate, è significativo sottolineare che, grazie alla collaborazione con amministrazioni sensibili, sono già stati resi sicuri 27 invasi abbandonati, dimostrando che un approccio proattivo e collaborativo può portare a risultati tangibili. Questa esperienza positiva deve essere replicata su larga scala, per garantire un ambiente sicuro e sostenibile per l’orso marsicano e per l’intera comunità biologica appenninica.
Tragico: Due cuccioli di orso marsicano annegati, allarme biodiversità.
Pubblicato il
