L’esperienza maturata con la produzione cinematografica internazionale “The Dog Stars” rivela un potenziale significativo per l’Abruzzo nel panorama delle grandi produzioni audiovisive, ma evidenzia anche la necessità di un’evoluzione strategica e strutturale.
Piercesare Stagni, direttore di Abruzzo Film Commission, ha delineato questo quadro durante la presentazione di un rapporto dedicato al settore regionale, sottolineando come la scelta dell’Abruzzo come location non fosse frutto del caso, bensì il risultato di un intenso lavoro di negoziazione e problem solving, svolto nel rispetto di rigorosi accordi di riservatezza.
L’episodio cruciale legato alla richiesta urgente di 200 camere doppie a uso singolo nell’arco di sole tre ore, durante le riprese presso l’Aeroporto dei Parchi, ha rappresentato una vera e propria prova di resistenza per il sistema locale, un banco di prova superato con successo che offre un’opportunità di visibilità cruciale.
Questo evento, lungi dall’essere un semplice aneddoto, simboleggia la capacità di risposta dell’Abruzzo di fronte a esigenze complesse e puntuali, e funge da potente “biglietto da visita” per la Film Commission a livello nazionale.
Tuttavia, Stagni ha insistito sulla necessità di trasformare questa capacità reattiva in una solida infrastruttura di competenze e connessioni.
È imperativo rafforzare i legami tra l’offerta formativa, le attività di produzione e il tessuto territoriale, creando un ecosistema audiovisivo coeso e resiliente.
A questo proposito, i fondi Fesr, pari a circa 2 milioni di euro, rappresentano una risorsa strategica, destinata a sostenere la crescita del settore senza essere compromessa dai recenti tagli alla sanità.
Tuttavia, la loro gestione richiede una progettazione meticolosa, la presenza di figure professionali qualificate a ogni livello e una collaborazione attiva e partecipativa con i Comuni, che devono essere riconosciuti come attori chiave nel processo decisionale.
Un aspetto fondamentale è l’ottimizzazione del capitale umano.
Negli ultimi quindici anni, le città di L’Aquila e Pescara hanno formato centinaia di studenti nel campo del cinema, un patrimonio di talenti che, pur operando attivamente nel settore, spesso risulta invisibile nei database ufficiali, a causa della mancanza di strumenti di rilevazione e monitoraggio delle produzioni di minori dimensioni.
Questo fenomeno evidenzia un divario tra la formazione e l’inserimento effettivo nel mercato del lavoro, e richiede l’implementazione di sistemi di tracciamento più efficienti e completi.
L’Abruzzo può trarre ispirazione da altre regioni italiane, come le Marche, che hanno saputo creare un’identità distintiva nel panorama audiovisivo nazionale, puntando su format originali e profondamente radicati nel territorio.
Questo approccio, unito a un investimento costante in competenze, infrastrutture e collaborazioni strategiche, potrebbe consentire all’Abruzzo di affermarsi come un polo attrattivo per produzioni cinematografiche e audiovisive di alto livello, generando opportunità di sviluppo economico e culturale per l’intera regione.
Il successo futuro dipenderà dalla capacità di trasformare le sfide in opportunità, coltivando un ecosistema creativo e competitivo.