L’edizione 2025 dell’Aquila Film Festival si è conclusa con un ricco palmarès, segnando un momento significativo per la scena cinematografica italiana e internazionale e rafforzando il ruolo dell’Aquila come fulcro culturale di rilevanza nazionale.
Il film “Nero” di Giovanni Esposito si è distinto come opera indiscussa, conquistando sia il prestigioso riconoscimento come Migliore opera internazionale (prima o seconda realizzazione) che l’apprezzamento del pubblico, un duplice onore che ne sottolinea la potenza narrativa e la capacità di risuonare con un vasto spettro di sensibilità.
La giuria ha esaltato la perizia del regista nel distillare elementi soprannaturali da scenari urbani marginali, luoghi spesso trascurati e desolati, e ha lodato la performance dell’attore protagonista, capace di incarnare con profonda umanità figure ai margini della società, restituendo una figura complessa, segnata dalla sofferenza, ma pervasa da una inattesa, commovente tenerezza.
La sezione documentaristica ha visto premiare “A Man Fell” di Giovanni C.
Lorusso, un’opera che si configura come un’importante testimonianza di resilienza e lotta per l’autodeterminazione del popolo palestinese, esiliato e sofferente.
Il documentario, con la sua commistione di crudo realismo e lirismo poetico, cattura la condizione esistenziale dei palestinesi in Libano, illuminando le loro storie di speranza e disperazione.
Il premio del pubblico è andato a “Saudade” di Pietro Falcone, un’esplorazione intima e malinconica di un’identità in cerca di radici, mentre il cortometraggio “Medusas” di Iñaki Sánchez Arrieta ha conquistato il favore del pubblico per la sua forza visiva e la sua narrazione suggestiva.
Una menzione speciale è stata riservata a “Quale allegria” di Francesco Frisari, un documentario personale e toccante che indaga il rapporto complesso e profondo tra il regista e il proprio zio disabile, offrendo uno spaccato inedito sulla disabilità e sulla cura.
L’evento ha visto anche la consegna di riconoscimenti derivanti da altre manifestazioni culturali.
Il Festival del Gran Sasso ha onorato Hervé Barmasse per il suo impegno nella valorizzazione del massiccio appenninico, un territorio ricco di storia, tradizioni e bellezze naturali, celebrato anche nel docufilm “Monte Corno” di Luca Cococcetta.
Il Festival delle Culture ha celebrato il sincero legame di amicizia e integrazione tra gli atleti Andy Díaz Hernández e Fabrizio Donato, testimonianza di come lo sport possa abbattere le barriere culturali e sociali.
L’Abruzzo Film Industry ha dedicato un omaggio a Riccardo Milani per il suo contributo al cinema regionale, in particolare con il film “Un mondo a parte”, un’opera che ha saputo rappresentare con sensibilità e profondità le sfide e le opportunità del territorio abruzzese.
La chiusura del Festival, culminata con i riconoscimenti del 26, 27 e 28 novembre, suggella un anno di intensa attività, caratterizzato da circa cento proiezioni e incontri, che consolidano il posizionamento dell’Aquila come polo culturale di primaria importanza nel panorama nazionale, in vista dell’anno 2026, designato come Capitale Italiana della Cultura.
Un evento che proietta l’Abruzzo e la sua capitale verso un futuro di rinnovato splendore culturale e artistico.






