La 33ª edizione dell’asta internazionale Casa Gliubich, un appuntamento cardine per il mercato dell’arte abruzzese e non solo, si appresta a illuminare l’Aquila dal 25 al 27 giugno, preceduta da un’esposizione pubblica aperta al pubblico fino al 23 giugno, ospitata nei rinnovati spazi di Palazzo Cipolloni. L’evento si configura come un crocevia di scoperte, recuperi e ritorni, testimoniando il fascino intramontabile dell’arte abruzzese nel panorama internazionale.La sessione finale dell’asta sarà interamente dedicata a una selezione significativa di opere realizzate da artisti abruzzesi attivi tra l’Ottocento e il Novecento, figure chiave che hanno contribuito a definire l’identità artistica della regione. Tra i nomi che onoreranno l’appuntamento, spiccano Francesco Paolo Michetti, emblema del Verismo abruzzese, e i fratelli Michele e Tommaso Cascella, portatori di una ricerca artistica innovativa che ha saputo dialogare con le avanguardie europee. Accanto a loro, Costantino Barbella, figura di spicco del panorama artistico locale, e Teofilo Patini, interprete sensibile del paesaggio e della vita quotidiana abruzzese.L’asta offre un’opportunità unica per ammirare capolavori di rara bellezza e di inestimabile valore storico-artistico. Particolarmente interessante è la presenza di un ritratto femminile di Michele Cascella, un’opera che rivela una duplice prospettiva sull’interpretazione del soggetto, attraverso due versioni differenti: una, dipinta durante il soggiorno newyorkese dell’artista, che riflette l’influenza delle esperienze americane, e una seconda, caratterizzata da una maggiore sobrietà nella rappresentazione, che ne sottolinea la maturità artistica.Un ulteriore tesoro in catalogo è rappresentato da un pastello inedito di Tommaso Cascella, che offre una veduta aerea suggestiva della Maiella, testimoniando la profonda connessione dell’artista con il territorio abruzzese. Di grande rilievo anche un disegno inedito di Michetti, realizzato con una tecnica sperimentale e affascinante, definita “a fumo”. Questa tecnica, descritta in una lettera del 1922 che ne attesta l’esposizione a Napoli, consiste nella creazione di un’immagine su carta bianca lucida annerita con una fiamma di candela, rimuovendo selettivamente il fumo con batuffoli di ovatta per far emergere l’immagine desiderata: un processo che rivela l’ingegno e la curiosità sperimentale dell’artista.La provenienza delle opere in asta racconta una storia di migrazione, di scambi culturali e di collezionismo internazionale. Molti dipinti provengono da collezioni private di famiglie abruzzesi emigrate in paesi come Stati Uniti, Brasile, Regno Unito e Olanda, testimoniando la diffusione dell’arte abruzzese oltre i confini regionali. Un successo particolare è stato il recupero, ad opera di Gianluca Gliubich, di un’opera di Teofilo Patini, persa in Inghilterra e che presenta lo stesso soggetto della celebre pala d’altare custodita nella chiesa delle Anime Sante all’Aquila, un ritrovamento che arricchisce il patrimonio artistico della regione e riavvia una linea di ricerca comparativa tra le due opere. L’asta si configura quindi come un evento di grande rilevanza, capace di coniugare la valorizzazione del patrimonio artistico abruzzese con un’apertura al mercato internazionale.
Gliubich: Asta d’arte abruzzese tra recuperi e capolavori
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