L’Aquila, Capitale Italiana della Cultura 2026, incarna un progetto ambizioso di riscatto per le aree interne del Paese, un percorso di rigenerazione che affonda le radici nella storia e proietta lo sguardo verso il futuro.
La Perdonanza Celestiniana, evento di risonanza internazionale e testimonianza secolare di fede e tradizione, si configura in questa cornice come un fulcro simbolico, un crocevia di identità e valori.
L’edizione 731, in particolare, celebra l’eredità culturale condivisa tra l’Aquila, Rieti e i territori colpiti dal sisma del 2009, un legame profondo sancito dalla designazione a Capitale della Cultura.
La scelta dei protagonisti del corteo storico – la Dama della Bolla, il Giovin Signore e la Dama della Croce – non è casuale, ma riflette una volontà di rappresentare la pluralità e la resilienza delle comunità coinvolte.
Laura Sette, Alessandro Sette e Arianna De Santis, i volti che accompagneranno i riti di apertura e chiusura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, personificano un’identità complessa, forgiata dalle ferite del passato e dalla speranza di un domani più prospero.
La Dama della Bolla, Laura Sette, emerge come portavoce dei territori martoriati dal terremoto, un simbolo di ricostruzione e di fede incrollabile.
Alessandro Sette, in rappresentanza dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, celebra il cinquantesimo anniversario di un’istituzione che ha contribuito a diffondere la cultura e l’arte in Abruzzo, creando un ponte tra tradizione e innovazione.
Arianna De Santis, eletta dal Comune di Rieti, incarna l’importanza della collaborazione e della condivisione di risorse tra i comuni del territorio, un imperativo per affrontare le sfide del futuro.
Questa edizione della Perdonanza Celestiniana, dunque, trascende la mera celebrazione di un evento religioso e si configura come un vero e proprio progetto di sviluppo locale, un laboratorio di idee e di pratiche virtuose che mira a valorizzare il patrimonio culturale e naturale delle aree interne.
Il tema scelto, strettamente legato all’esperienza di Capitale Italiana della Cultura 2026, pone l’accento sulla capacità della cultura di fungere da motore di coesione sociale, di stimolo all’innovazione e di strumento di riscatto per intere comunità.
I protagonisti del corteo storico, i loro volti e le loro storie, diventano simboli di un percorso comune, un invito a riscoprire le proprie radici e a costruire insieme un futuro più equo e sostenibile.
La Perdonanza Celestiniana, in questa veste rinnovata, si propone come un faro di speranza e un esempio di come la cultura possa essere al servizio del territorio e delle sue persone.